Rivoluzione ai vertici Google. Page è il nuovo Ceo

Si ridefiniscono i ruoli nel triumvirato Brin-Page-Schmidt. Il nuovo assetto in vigore dal prossimo 4 aprile.

Un vero e proprio passaggio generazionale, quello annunciato ieri da Google.
A sancire il fatto che i due fondatori Brin e Page non hanno più bisogno di un adulto che supervisioni le loro azioni, Eric Schmidt ha annunciato il passaggio del testimone.
Lascia il ruolo di Ceo, per assumere l’incarico di presidente esecutivo, passando la più alta carica nelle mani di Larry Page, mentre Sergey Brin si occuperà dei progetti strategici.
Il nuovo triumvirato entrerà nel pieno delle nuove funzioni a partire dal prossimo 4 aprile.

Che si tratti di un passaggio generazionale pare chiaro proprio da una dichiarazione rilasciata dallo stesso Schmidt in un post sul blog ufficiale: ”Page è pronto a guidare l’azienda”, è la chiara opinione del manager.

In realtà, per il trentottenne Page si tratta di un ritorno alle origini, dal momento che fu lui a guidare Google nei primi anni di attività, mentre Schmidt aveva fatto il suo ingresso in Google nel 2001.

Per Schmidt non si tratta certo di un ritorno nell’ombra.
Dal mese di aprile il manager si occuperà infatti di partnership strategiche, ruolo che, a suo dire, lo entusiasma anche per l’opportunità che gli dà di incontrare partner e clienti strategici in tutto il mondo.

Per quanto riguarda invece Brin, il suo compito sarà continuare a occuparsi di sviluppo tecnologico, assumendo nel contempo la carica di co-fondatore. Nella nuova organizzazione, secondo Schmidt, le sue capacità di innovazione saranno valorizzate al meglio. E in effetti Brin è attualmente al lavoro su una serie di nuovi prodotti strategici, dei quali non vuole al momento condividere.

Secondo Schmidt la nuova organizzazione aziendale ha anche un obiettivo strategico. Google è oggi una realtà da oltre 24.000 dipendenti e ha bisogno di non perdere agilità. Il nuovo assetto sarebbe funzionale a un percorso di semplificazione della struttura manageriale, con l’obiettivo di velocizzare i percorsi decisionali.
”Negli ultimi dieci anni – scrive sempre Schmidt – siamo stati tutti coinvolti allo stesso livello nei percorsi decisionali. Questo approccio ha benefici reali in termini di condivisione della conoscenza e continueremo a discutere le principali decisioni tra di noi. Ma abbiamo deciso anche di chiarire i nostri ruoli individuali, in modo che vi siano chiari centri di responsabilità al top dell’azienda”.

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