Rivenditori certificati e focalizzazione su aree strategiche

Sono queste le linee guida della strategia Apple sul canale che punta molto anche su Gdo ed e-commerce Due i distributori diretti

Nei mesi passati alcune voci di operatori vicini al mondo della Mela parlavano
di una drastica diminuzione del numero dei rivenditori Apple autorizzati. Ma
la società, dal canto suo, smentisce questi rumour. «Nell’ultimo
anno non ci sono stati cambiamenti significativi nell’ambito dei nostri rivenditori
certificati –
afferma Enzo Biagini, country manager di
Apple Italia – anche se siamo passati attraverso diverse fasi di qualificazione
del canale, soprattutto in base all’evoluzione del mercato. Attualmente sono
200 i rivenditori con cui lavoriamo, di cui 45 certificati secondo una serie
di specializzazioni che riguardano aree per noi strategiche quali print &
publishing, video ed education»
.

Il segmento print & publishing fa parte dell’area business e comprende circa
10 rivenditori certificati. «Si tratta del settore più tradizionale
per Apple –
spiega Biagini – dove offriamo una serie di soluzioni a
elevato valore aggiunto piuttosto innovative, anche grazie alla nuova offerta
di server basati su sistemi operativi, il cui core è Unix based»
.
La certificazione video, che coinvolge una decina di reseller, comprende un’offerta
di applicativi proprietari Apple, come Final Cut Pro, che si stanno affermando
nell’ambito della post produzione e dell’authoring video. «Per questo
segmento –
precisa il country manager – cerchiamo operatori specializzati».
Entrambe queste aree, print & publishing e video, fanno parte del mercato
creative. La terza certificazione riguarda l’education, un’altra area strategica,
rivolta agli operatori che svolgono attività in questo ambito. Questa
certificazione richiede personale dedicato e programmi di training. I dealer
certificati in questo segmento sono 25.

Su 200 reseller, poco più di 30 acquistano direttamente da Apple, mentre
gli altri si rivolgono ai distributori Attiva e Tech Data. Il primo è
un operatore nazionale che si concentra soprattutto sui prodotti tipici della
piattaforma Macintosh, mentre Tech Data integra Mac all’interno di altre piattaforme.
«Quello con Tech Data è un accordo siglato a seguito delle
dismissioni di Opengate (distributore storico della Mela – ndr), i cui problemi
ammette Biagini – ci hanno creato altrettante difficoltà.
Con Tech Data andiamo a colmare da un lato il vuoto lasciato da Opengate e dall’altro
ci garantiamo una copertura maggiore del territorio: il distributore, infatti,
ha competenze anche in area Windows, il che ci consente di servire meglio i
rivenditori autorizzati»
.

«Il nostro approccio attuale è basato sulla multicanalità
prosegue Biagini -. In questo modo intendiamo offrire una maggiore
libertà di scelta ai consumatori finali. Si tratta di un approccio più
segmentato rispetto al passato per un’offerta completa che va dai singoli sistemi
operativi al lettore di musica digitale iPod (di cui sono state consegnate nel
mondo 337.000 unità nel solo ultimo trimestre fiscale), ai Mac, ai server»
.
Alla tradizionale rete dei rivenditori Apple si affianca, dunque, l’e-commerce
«che ormai è un canale consolidato e che viene utilizzato da
una buona parte dei clienti della Mela»
. Biagini non può rilasciare
dati, ma per dare un ordine di grandezza dice che «per quanto riguarda
questo canale siamo in linea con le dimensioni dell’e-commerce It in Italia»
.
«Non potevamo poi esimerci dall’essere presenti nel retail – aggiunge
– dove l’informatica è diventata un’area di notevole interesse da parte
di chi visita queste realtà. Abbiamo rapporti con Media World, Mondadori
e Fnac, mentre riguardo al retail informatico con la catena Essedishop che fa
capo a Brain Technology»
.
Queste realtà sono seguite da una divisione specifica dedicata alle attività
rivolte al retail. «Per quanto riguarda gli acquisti – conclude
Biagini – lasciamo a questi operatori la scelta se comprare da noi o attraverso
i distributori»
.

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