Riusare per risparmiare

I progetti confluiti nel “portale del riuso” di Cnipa (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pa), sono condivisibili e disponibili per la replica

Le pubbliche amministrazioni italiane dispongono di un patrimonio applicativo piuttosto esteso, che può costituire una base dalla quale partire per migliorare la qualità e incrementare l’ampiezza dei servizi offerti. La tendenza a riusare soluzioni già sviluppate da altri enti è un percorso che un numero consistente di amministrazioni sta intraprendendo spontaneamente. Ai vantaggi più evidenti sul fronte dei costi (rispetto allo sviluppo ex novo), si sommano anche quelli di una più ampia diffusione delle conoscenze e delle esperienze in ambiti applicativi simili (quindi sapendo a priori quali sono i rischi e i problemi già incontrati).


«L’11 marzo scorso – esordisce Roberto Pizzicannella, responsabile Riuso sull’e-government locale di Cnipa – è stato avviato definitivamente il progetto per il riutilizzo delle soluzioni informatiche nella Pubblica amministrazione. 264 sono quelle attualmente a catalogo, riconducibili a 84 progetti finanziati da noi come Cnipa e dal ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, dal 2002 a oggi, con un budget complessivo di circa 57 milioni di euro». Il Cnipa ha valutato circa 300 proposte, classificate nei diversi ambiti tematici (scuola, impresa, salute e altri) e di tipologia di servizio (concessioni, autorizzazioni o altro). Le amministrazioni interessate a riutilizzare una di queste soluzioni (ricevente o riusante), dopo averla individuata e scelta dovranno, insieme a quella che l’ha sviluppata (cedente), presentare un progetto di riuso. Se valutato positivamente, il progetto potrà anche essere cofinanziato. «Il catalogo – tiene a puntualizzare lo specialista – è incentrato sul concetto di soluzione. Per noi, questo termine non è riconducibile a un intero progetto, ma neppure al singolo servizio. Una soluzione, in pratica, è un insieme omogeneo di servizi, organizzato per dare una risposta a singoli cittadini, collettività o imprese».


Soluzioni già sperimentate


«La metodologia è comprovata – sostiene il manager – quindi garantita e dettagliata da una serie di linee guida. Oltre a questo, sono state attivate diverse azioni di accompagnamento, con 21 centri di supporto ed help desk creati nelle 19 regioni e 2 province autonome per attività di formazione». Grazie a questo approccio, si dice convinto il Cnipa, è possibile ottenere risparmi consistenti, da reinvestire in progetti innovativi. Il meccanismo parte dalle soluzioni sviluppate, che hanno già dimostrato la loro efficacia e applicabilità concreta, per poi farle evolvere e migliorare. «L’idea – insiste Pizzicannella – è di favorire la convergenza verso approcci standardizzati di servizio, architetture, organizzazione, assicurando una maggiore interoperabilità sia a livello di amministrazione centrale sia di Pa locale. Il riuso consente di immaginare nuovi servizi, guardando all’esperienza di un’altra amministrazione con caratteristiche simili che li abbia già sperimentati. Questo favorisce il processo collaborativo tra le Pa, il trasferimento di esperienze, conoscenze e progettualità». Il riuso, però, non è mera replica. Risulta, anzi, fortemente condizionato dal contesto di destinazione e, proprio per questo, le soluzioni non sono “fotocopiate” ma evolvono in continuazione, forti della stratificazione delle esperienze successive. Le soluzioni di e-government riutilizzabili sono consultabili online, al sito www.cnipa.gov.it, nella sezione “portale del riuso”.

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