Home Sostenibilità Ricerca Capgemini: l'economia circolare funziona se parte dalle aziende

Ricerca Capgemini: l’economia circolare funziona se parte dalle aziende

Una ricerca Capgemini evidenzia un 72% di consumatori favorevoli alle pratiche di economia circolare, ma le aziende non stanno facendo abbastanza per dare accessibilità, convenienza e informazioni.

Le aziende devono adottare modelli di economia circolare per soddisfare le richieste dei consumatori e mitigare i rischi futuri legati alla supply chain: lo chiedono i consumatori, che diventano più esperti ed esigenti in materia di responsabilità aziendale e preferiscono orientare la loro spesa verso chi si impegna in pratiche di economia circolare.

Risulta dall’ultimo report del Capgemini Research Institute, Circular economy for a sustainable future: How organizations can empower consumers and transition to a circular economy, che decreta che il 72% dei consumatori vuole adottare pratiche come ridurre i consumi complessivi (54%), acquistare prodotti più durevoli (72%) e conservare e riparare i prodotti per aumentarne la durata (70%).

Come è stata fatta l’indagine

Il Capgemini Research Institute ha intervistato quasi 8.000 consumatori a livello globale, indagando il loro interesse e l’accettazione delle pratiche circolari, così come le loro aspettative nei confronti delle aziende del settore dei prodotti di consumo e della vendita al dettaglio e di quello automobilistico. Capgemini ha anche condotto interviste approfondite con 20 esperti di settore, del mondo accademico, delle startup e dei think-tank attivi nel campo dell’economia circolare.

L’economia circolare è rigenerativa e mira a separare gradualmente la crescita dal consumo di risorse finite. Per i consumatori questo significa comprare prodotti durevoli, riciclabili o fatti con materiali riciclati, utilizzarli a lungo attraverso manutenzioni e riparazioni efficaci, e minimizzare i rifiuti generati al termine del loro ciclo di vita.

Per le aziende significa invece intraprendere azioni come sviluppare prodotti e modelli di business che non producano rifiuti, ridurre l’uso di materie prime e prevedere la restituzione o il recupero di prodotti e imballaggi.

Perché i consumatori chiedono economia circolare

Con l’aumento della consapevolezza sul tema dei rifiuti e dell’esaurimento delle risorse, cresce anche il desiderio da parte dei consumatori di adottare pratiche di consumo consapevole.

Tuttavia, quasi il 50%  è convinto che le organizzazioni di tutti i settori non stiano facendo abbastanza per riciclare, riutilizzare e ridurre i rifiuti, mentre il 67% si aspetta che le organizzazioni siano maggiormente responsabili quando pubblicizzano i prodotti, senza incoraggiarne un consumo eccessivo.

Man mano che i consumatori passano dall’interesse per la sostenibilità all’azione concreta, le aziende devono prestare maggiore attenzione alle pratiche circolari nella progettazione dei loro prodotti, investendo di più in questo settore.

Secondo Alessandro Kowaschutz, CPRD & EUCS Director di Capgemini in Italia “le aziende di successo saranno quelle in grado di effettuare una profonda trasformazione in tre ambiti: ridurre al minimo l’impatto dei loro prodotti e servizi esistenti, svilupparne di nuovi contemplando i principi di circolarità fin dalle fasi di progettazione e reinventare le loro operation secondo i nuovi modelli di business sostenibili“.

Il limiti attuali all’economia circolare

I consumatori sono attualmente limitati nelle loro scelte da questioni di praticità, accessibilità e costo.

Il 60% cita la mancanza di informazioni sufficienti (come origine, riciclabilità e percentuale di contenuto riciclato) sulle etichette dei prodotti tra i motivi che impediscono di intraprendere azioni circolari positive.

Il 55% sostiene che i costi elevati siano un ostacolo alla riparazione dei prodotti, mentre più della metà (53%) dichiara di non voler scendere a compromessi sulla comodità.

Questa è una conseguenza del boom dell’ecommerce degli ultimi 10 anni, i cui principali attori hanno alzato gli standard dei consumatori offrendo servizi convenienti a basso costo, come la consegna il giorno successivo o addirittura il giorno stesso.

Nonostante gli sforzi normativi per estendere la durata di vita dei prodotti, come l’iniziativa UE per il diritto alla riparazione, anche le imprese devono impegnarsi su questo fronte.

Attualmente, gli approcci di consumo circolare si concentrano principalmente sulla fase post-utilizzo, con il 58% dei consumatori che dichiara di separare e smaltire i rifiuti alimentari dopo l’uso, ma solo il 41% di comprare cibo con un imballaggio minimo, sottolineando la scarsità di opzioni effettivamente disponibili.

Lo smaltimento responsabile è fondamentale per l’economia circolare, ma bisogna fare di più per produrre meno rifiuti.

I sette punti di Capgemini

Il report di Capgemini ha sintetizzato come segue le azioni cruciali che le imprese devono adottare per implementare iniziative di economia circolare:

  • Adottare i principi del design circolare
  • Ripensare radicalmente i modelli di business
  • Ripensare le catene del valore in modo da chiudere il cerchio
  • Favorire l’adozione di pratiche circolari da parte dei consumatori
  • Organizzarsi per sostenere la transizione verso una maggiore circolarità
  • Usare le tecnologie emergenti per promuovere l’economia circolare
  • Collaborare per accelerare i progressi

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche
css.php