Ricablare e raffreddare i moderni data center

Con le reti da 10 gigabit al secondo le infrastrutture esistenti sono spinte al limite. I data center devono ammodernarsi con nuovi cavi. Ma l’aumento della densità porta un problema: l’aumento di calore.

In questo spazio (Techne – Con parole mie) i protagonisti della tecnologia raccontano e si raccontano, portando alla luce la miscela virtuosa di tecnica ed esperienza al servizio delle esigenze dell’utenza. Parlano sulla base della conoscenza, evitando di fare riferimento alla propria produzione, bensì portando il discorso su un piano generale e fruibile da tutti.

La rapida diffusione del data communications in tutti i settori commerciali ha portato a una proliferazione di cavi nei data center, negli It center e persino nei più moderni uffici progettati allo scopo. Se in passato era sufficiente installare cavi e reti di base all’interno di un data center, ora è sempre più indispensabile predisporre tutti i tipi di cablaggio, percorsi a pavimento rialzato, sostegni e camere sospese, oltre agli inevitabili punti di alimentazione per le comunicazioni wireless.

In seguito a questo boom dei cablaggi, anche il più piccolo dei data center è ora sommerso da cavi installati sotto e sopra il pavimento, all’interno di percorsi a pavimento rialzato e in canali nascosti sopra il soffitto. Ed è inevitabile che, in seguito a spostamenti, aggiunte e modifiche, una certa percentuale di questi cavi venga abbandonata e sostituita da canali con prestazioni più elevate.

L’unico problema di questi cavi in eccesso è che molto spesso questi vengono posizionati in corrispondenza dei passaggi di ventilazione necessari al mantenimento di una temperatura di funzionamento sicura per i computer e i sistemi associati collegati a questo groviglio di cavi.

In parole povere: se il vostro data center non è stato progettato e installato negli ultimi cinque anni, molto probabilmente il cablaggio dovrà essere riammodernato per essere in grado di rispondere ai futuri requisiti imposti dal data communications e per aumentare l’efficienza dell’impianto di raffreddamento posto sotto il pavimento e tra gli stessi alloggiamenti. Nei sistemi di trasporto sopraelevati è consigliabile assicurarsi che i percorsi dei cavi non blocchino i dispositivi di dissipazione del calore predisposti.

La necessità di aumentare l’efficienza dei sistemi di raffreddamento assume particolare importanza se si considera l’aumento dei costi energetici registrato negli ultimi anni e l’esigenza da parte delle aziende di aumentare la propria efficienza energetica e il rispetto dell’ambiente. È un dato di fatto che, in molte parti del mondo, un fattore determinante nella scelta di dove costruire un data center si basi sul costo dei servizi. Molte grandi aziende hanno annunciato di voler trasferire i propri data center in luoghi in cui l’energia ha costi più ridotti.

Oltre alla maggiore efficienza energetica e alla riduzione dei livelli di calore, la procedura di riorganizzazione del cablaggio del data center consente anche la futura espansione del cablaggio, parallelamente allo sviluppo di nuove e più rapide tecnologie della comunicazione. Per non parlare del fatto che molti paesi hanno appena introdotto leggi che impongono alle aziende di rimuovere i cavi abbandonati presenti nelle loro strutture, per motivazioni di tipo ambientale e di prevenzione antincendio.

ll lavoro a cui molti data center vanno incontro è talmente gravoso che alcune aziende hanno scelto di investire grossi fondi nella costruzione di un nuovo centro appositamente progettato per rispondere a tutti i requisiti imposti, smantellando il centro esistente per prepararlo a un rinnovo completo o per trasformarlo in una sede secondaria superflua.

Fortunatamente per quei manager che vivono sul filo del rasoio, molte aziende di installazione offrono ora servizi di eliminazione dei cavi a costi ridotti, grazie al fatto che è possibile vendere con discreto profitto i cavi di scarto negli ultimi due anni.

Un’altra buona notizia per gli It manager è che la Telecommunications Industry Association ha definito un nuovo standard di cablaggio, il Tia 942, che definisce una serie di linee guida per la progettazione e la costruzione dei data center per quanto riguarda i sistemi di cablaggio e la progettazione delle reti. Questo standard, che riguarda i mezzi trasmissivi in rame e in fibra ottica, consente agli It manager di progettare i propri data center perché supportino un’ampia gamma di caratteristiche “indispensabili” ma anche ‘accessorie’, tra cui il funzionamento fail-safe, la protezione sicura in caso disastri naturali o causati dall’uomo e l’affidabilità, l’espandibilità e la scalabilità a lungo termine del data center stesso. In particolare, lo standard Tia 942 prevede che sia i cavi orizzontati che quelli verticali vengano stesi in modo da adattarsi alla crescita futura, per evitare di dover rivisitare tali aree. Questo processo richiede una pianificazione, ma è effettivamente possibile ottenere un risparmio grazie alle economie di scala che derivano dalla definizione del costo del progetto. Un cavo steso da solo risulterà quindi molto più costoso.

Rispettare il Tia 942 non significa soltanto avere una medaglia in più al proprio attivo: questo standard si basa sulla reale necessità che hanno le aziende di documentare attentamente la propria infrastruttura di rete e di prevenire ciò che rappresenta il peggiore incubo di ogni It manager: i tempi di inattività dei network e data center.

I tempi di inattività dei sistemi It sono un incubo per tutti coloro che ne sono coinvolti, e non soltanto per le potenziali perdite di guadagno. I contratti utilizzati nei moderni data center si basano quasi sempre sugli Sla e prevedono ammende in caso di inattività non pianificate del sistema. Se un data center è progettato sulla base di sistemi fail-safe, sarà possibile ridurre ulteriormente i costi.

Ma come gestire i sistemi di cavi già presenti nei data center più vecchi? Il rapido ed economico ammodernamento del cablaggio è un vero e proprio rompicapo logistico? Niente affatto, se la direzione del centro e l’azienda installatrice lavorano di comune accordo per ottimizzare tutti gli aspetti del progetto di rinnovo, tra i quali ci sarà quasi sicuramente la fase di assegnazione/creazione di corsie “calde” e “fredde”, la costruzione di elementi ridondanti nei sistemi, l’aggiornamento e/o la verifica di tutti i canali, l’ottimizzazione dei percorsi e degli spazi e eventuali aggiornamenti delle apparecchiature che possano risultare necessari.

Numerosi esperti del settore hanno fatto notare che le sedi di importanti centri di data communications, vengono scelte in base alla disponibilità di energia e di collegamenti di comunicazione potenti, ma anche il data center più efficiente dal punto di vista energetico non può nulla se il sistema di cablaggio di cui è provvisto ostacola il corretto funzionamento delle apparecchiature.

La pianificazione, pertanto, è fondamentale per qualsiasi progetto di ammodernamento o di nuova realizzazione. I sistemi trunking presentano un netto vantaggio durante i lavori di ammodernamento in quanto i cavi vengono fatti scorrere in fasci. La lunghezza dei singoli sistemi viene definita e testata in fabbrica.

I cavi trunk consentono l’interfoliazione di gruppi di cavi in rame e in fibra ottica in un’unica guaina che possono essere forniti preconfigurati direttamente dalla fabbrica per massimizzare l’efficienza e ridurre i costi di intervento. Dopo aver steso i fasci come richiesto, gli stessi vengono posti all’interno di scatole di terminazione o pannelli da interconnessione. Quando tutti i sistemi sono attivi, è più semplice identificare gli elementi che possono essere rimossi senza rischi, poiché quei canali non saranno inseriti nelle guaine dei fasci.

In questo modo si risolve il problema della complessa identificazione e marcatura dei cavi e si garantisce il massimo dell’efficienza all’atto del finanziamento degli interventi sui cavi e della riduzione dei tempi di inattività durante la riorganizzazione del cablaggio.

I gestori dei data center dovrebbero considerare in primo luogo l’introduzione di un sistema di Intelligent Infrastructure Management (Iim) assieme ai cavi trunk, in modo da permettere agli ingegneri di compilare rapidamente dei registri che getteranno le basi del sistema di documentazione del centro, descrivendo nei dettagli tutti gli spostamenti dei cavi, le aggiunte e le modifiche avvenute all’interno del centro nel corso degli anni.

(*) esperto in progettazione di data center di Siemon

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome