Rfid nella Pa, benefici tangibili oltre il front office

All’indirizzo www.cnipa.gov.it è possibile consultare le “Linee guida per l’impiego dei sistemi Rfid nella Pubblica amministrazione”

Il sistema Rfid gode da anni di grande successo in molteplici applicazioni dell’industria e della logistica. Un’etichetta sicura, che permette di non perdere mai di vista un prodotto in tutti i suoi passaggi, via via fino a chi vende al dettaglio, rappresenta un’evoluzione notevole a paragone di altri sistemi, come il codice a barre, che necessita di contatto fisico o visivo per la lettura/scrittura, supporta volumi di dati inferiori e si deteriora in situazioni climatiche difficili.

Il Cnipa (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione), come già accaduto per altre tecnologie, si è fatto promotore dell’introduzione della radiofrequenza nella Pubblica amministrazione, con il fine di snellire la burocrazia ed eliminare gli errori che attualmente affliggono molti uffici pubblici. Le declinazioni possibili della tecnologia Rfid nella Pa sono molteplici. Si va dal controllo degli accessi alla gestione delle biblioteche, da diverse applicazioni ospedaliere, come l’accoppiamento tra farmaco e paziente al fine di evitare errori nella somministrazione, all’identificazione anagrafica degli animali con targhetta sottocutanea.

Le applicazioni esistenti in ambito pubblico, come spiegato da Emilio Frezza, responsabile presso il Cnipa delle tecnologie wireless, coprono soprattutto le esigenze di gestione degli accessi del personale nei luoghi di lavoro, ma anche quella documentale in alcuni uffici, come quelli del ministero della Giustizia. «Il vantaggio maggiore nell’uso della tecnologia – ha aggiunto Frezza – è legato alla grande movimentazione degli oggetti su cui le etichette sono apposte. Pertanto il Cnipa intende promuovere, anche nell’ambito del protocollo d’intesa specifico fra il ministero della Giustizia e quello dell’Innovazione, un progetto per la gestione dei corpi di reato».

Gli studi effettuati evidenziano anche altri aspetti fondamentali legati a questa tecnologia, che dovrebbero indurre molte amministrazioni centrali a prendere in considerazione l’Rfid. Tra questi, i più significativi sono la sicurezza dei dati registrati sulle etichette e il risparmio che dovrebbe scaturire, con ovvio beneficio di tutta la comunità. «Quest’ultimo – ha concluso Frezza – va studiato di volta in volta. Ad esempio, per il caso della biblioteca di Economia dell’Università degli Studi di Torino, si è riscontrato che anche se in valore assoluto il risparmio maggiore si registra per le attività di front office, i benefici principali, in percentuale rispetto alla soluzione con codice a barre, sono legati all’attività inventariale», che viene svolta senza spostare fisicamente i volumi, dal momento che la tecnologia opera a distanza.

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