Regime dei minimi, allo studio l’innalzamento dell’aliquota al 15%

L’aumento dovrebbe durare 10 anni e dovrebbe comportare l’introduzione di soglie di redditività comprese fra tra i 25mila e i 55mila euro in base all’attività svolta. Rimarrebbero le esclusioni da Irap e Iva, dagli studi di settore,, dallo spesometro e dalle operazioni black list.

Potrebbe essere radicalmente modificato il regime dei minimi, ovvero il regime fiscale che permette di pagare un’imposta sostitutiva dell’Irpef pari al 5% (anziché il 23% come
minimo) e che ha permesso a molti
giovani di avviare un’attività di lavoro autonomo
, beneficiando di minor
carico fiscale ed esenzione dagli studi di settore, dallo spesometro, dalla
registrazione e tenuta delle scritture contabili ai fini delle imposte sui redditi dall’Irap.

Il Governo infatti, nell’ambito
del riordino del sistema fiscale attraverso la legge delega, ha formulato
l’ipotesi di elevare la tassazione al 15 per cento per 10 anni e di introdurre
soglie di redditività comprese fra tra i 25mila e i 55mila euro in base all’attività
svolta
. Mentre sarebbero confermate le esclusioni da Irap e Iva,
dagli studi di settore, dallo spesometro e dalle operazioni black list.

Attualmente, tale regime ha una durata massima di cinque anni e coloro che vi aderiscono non devono aver percepito,
nell’anno fiscale di riferimento, un reddito superiore ai 30 mila euro, non aver
effettuato acquisti di beni strumentali per un ammontare superiore a 15mila
euro e non avere lavoratori dipendenti o collaboratori.

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