Red Hat, un 2009 da ricordare

Il ceo della società Jim Whitehurst esamina le tendenze dell’anno appena concluso, dal cloud a Java.

Nel fare un bilancio delle attività che hanno riguardato Red Hat nel corso del 2009, in un lettera pubblica il ceo Jim Whitehurst definisce l’anno appena trascorso “entusiasmante” e ricorda le tappe percorse, partendo proprio dalla crisi e da buoni risultati raccolti dalla società.

A dispetto del periodo economicamente sfavorevole, scrive, Red Hat è cresciuta a due cifre sia per fatturato che come numero di dipendenti. In questo momento di difficoltà l’open source ha registrato un successo notevole e i ridotti budget It hanno convinto molti Cio a prenderlo in considerazione. In questo mercato, dunque, ha contato la capacità di differenziarsi con soluzioni ad alto valore e basso costo, una formula valida anche per periodi economicamente più solidi.

Whitehurst ricorda anche come la rapida crescita del cloud computing si sia rivelata direttamente proporzionale alla necessità delle aziende di ridurre i costi e aumentare la flessibilità operativa.

E nel 2009, con l’emergere dell’open source quale elemento fondamentale per cloud sia pubblici che privati, Red Hat ha ampliato le iniziative in questo senso: ha presentato il Premier Cloud Provider Certification and Partner Program, destinato a semplificare ed ampliare l’adozione del cloud computing e, parallelamente, Amazon Web Services è diventato il primo Premier Cloud Provider per offrire soluzioni Red Hat su Amazon Ec2. Poi si è concretizzata la collaborazione con Verizon Business che ha visto Red Hat Enterprise Linux come una delle prime due piattaforme operative per la nuova soluzione Computing as a Service (CaaS) di Verizon.

In luglio Red Hat ha tenuto il suo primo Open Source Cloud Computing Forum per far progredire lo sviluppo di tecnologie open source cloud computing e creare attenzione attorno all’argomento.

Nel novero delle esperienze del 2009 Whitehurst cita anche l’annuncio di un nuovo progetto open source denominato Deltacloud. L’iniziativa mira a realizzare un ecosistema di sviluppatori, strumenti, script e applicazioni in grado di interoperare su cloud pubblici e privati.

Sul terreno della virtualizzazione Red Hat all’inizio del 2009 delineò i piani per introdurre un nuovo portfolio basato su tecnologia Kernel-based Virtual Machine (Kvm) con Red Hat Enterprise Virtualization. Il programma è entrato in beta nel giugno 2009 e in novembre la società ha annunciato la disponibilità di Red Hat Enterprise Virtualization for Servers.

Anche il middleware continua a crescere: la fase positiva ha registrato una significativa accelerazione nel 2009, con diversi annunci tra cui la strategia di piattaforma applicativa JBoss Open Choice. Presentato nel mese di giugno, il prodotto mira a fornire un unico ambiente per l’implementazione di svariati modelli di programmazione su piattaforma comune, facilitando lo sviluppo e l’implementazione di applicazioni con JBoss Enterprise Application Platform 5, JBoss Enterprise Web Platform o JBoss Enterprise Web Server.

E poi c’è Java. Il Java Community Process (Jcp) ha raggiunto un importante traguardo, approvando le specifiche per Java Platform, Enterprise Edition 6 (Java Ee 6). Whitehurst pensa che l’approvazione di questa specifica rappresenti l’inizio di un nuovo capitolo nella storia di Java e ritiene che Red Hat abbia contribuito concretamente alla realizzazione di questo standard, in particolare con la creazione di due funzionalità fondamentali incluse nella piattaforma Java Ee 6. E per il futuro Red Hat ha intenzione di continuare a contribuire al processo di sviluppo per mettere la piattaforma Java ancora più al centro della programmazione aziendale.

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