Rapporto Assinform: l’Italia delle urgenze

In linea con la media europea, i dati italiani relativi al ’99 parlano di una crescita Ict pari al 13,2% e dell’11% per il primo trimestre 2000. I buoni risultati ottenuti riducono, pero, di poco il divario accumulato rispetto agli altri paesi industriali

La presentazione ufficiale del Rapporto Assinform sull’andamento del
mercato dell’Ict in Italia nel 1999 ha offerto lo spunto per una
serie di riflessioni sulla situazione del nostro Paese inquadrata nel
contesto mondiale. La parola più usata in tutti gli interventi è
stata "urgenza": dall’urgenza di fare formazione per supplire alla
carenza di skill necessari per affrontare la net economy, invocata da
Adriano De Maio, rettore del Politecnico di Milano che ospitava il
convegno, all’urgenza degli investimenti da parte delle aziende e
soprattutto delle Pmi per entrare nella net economy, sollecitata dal
presidente di Assinform, Giulio Koch, alla promessa del ministro
della Funzione Pubblica, Franco Bassanini di procedere con "urgenza"
alla realizzazione di nuovi progetti governativi a supporto del
Sistema Paese. In tutti c’era la consapevolezza che non si può
perdere ancora tempo se si vuole cogliere l’opportunità offerta da
Internet. I dati contenuti nel Rapporto, presentati da Giancarlo
Capitani, amministratore delegato di Net Consulting, sono abbastanza
confortanti e parlano di una crescita italiana dell’Ict nel ’99 del
13,2% (pari a 95.898 miliardi di lire) in linea con la media europea,
grazie soprattutto al forte incremento delle Tlc (+14,6% e 63.290
miliardi di lire) dove in particolare spicca il settore mobile
(telefonia cellulare, con oltre 30 milioni di utenze attive).
Ma se si vanno a confrontare più nel dettaglio alcuni parametri
macroeconomici che identificano meglio la realtà di un paese, si
scopre che in Italia c’è ancora molto da fare e che siamo il fanalino
di coda rispetto ai paesi più industrializzati. Per esempio, la
percentuale di spesa It sul Pil nel ’99 in Italia era dell’1,7 contro
il 2,9 di Francia e Germania, del 3,3% di Regno Unito e Giappone o
ancora del 4,1 degli Usa. Sempre l’anno scorso, i pc installati nel
nostro Paese erano 39 per 100 addetti, contro i 58 di Germania, i 59
di Francia, i 68 di Regno Unito e 96 di Usa. Siamo arretrati anche
nella diffusione di Internet: sulla popolazione totale, la realtà
italiana vedeva una penetrazione dell’8,2%, contro il 9,5% di
Francia, il 15,2% di Germania, il 24,9% di Regno Unito e il 41,8%
degli Usa. Partendo da queste basi il primo trimestre del 2000 è
andato abbastanza bene e ha visto crescere l’Ict dell’11%, pari a
26.674 miliardi, con le Tlc aumentate dell’11,4% (pari a 16.500
miliardi) mentre più sottotono l’It che ha visto un incremento del
10,2% per complessivi 8.174 miliardi.

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