Radwin in Italia punta sulla riduzione del digital divide

Il network provider israeliano affianca una presenza locale al lavoro sul campo affidato al distributore Elmat e alla propria rete di system integrator. Dalle tecnologie mobili le maggiori aspettative di crescita.

Radwin non è, in assoluto, un nome nuovo per il mercato italiano. Da un paio d’anni, infatti, il marchio viene distribuito dalla padovana Elmat, la quale, grazie alla propria rete di system integrator e Vad, ha già portato i dispositivi di connettività dell’azienda israeliana all’interno di progetti realizzati per aziende private e della Pubblica amministrazione locale.

Ora però la presenza di Radwin nel nostro Paese è destinata a crescere, con piani di sviluppo piuttosto ambiziosi anche a breve termine. Tocca al nuovo country manager (anche per la Spagna) Franco Errico avviare una struttura locale che andrà ad affiancare il lavoro del distributore, soprattutto con il supporto pre e post-vendita: “Ci presentiamo con tecnologie e soluzioni che possono trarre profitto soprattutto dalla crescita del mercato wireless in Italia, potendo combinare alta capacità e affidabilità a un prezzo decisamente più accessibile rispetto alla concorrenza”.

La società, fondata nel 1997 a Tel Aviv e appartenente al gruppo Rad, ha sviluppato soluzioni per reti private, Ip backhaul e videosorveglianza basate su tecnologia wireless punto-a-punto con banda di frequenza al di sotto dei 6 GHz, quindi esente da licenza. La famiglia Radwin 2000 è formata da prodotti di classe carrier e fornisce connettività ad alta capacità (throughput fino a 200 Mbps per la Serie C) per reti Ip, Tdm ed Ethernet, con portata fino a 120 km. Questi dispositivi, cui si aggiungono quelli radio della gamma WinLink 1000, si propongono di offrire una risposta alle esigenze di connettività in banda larga per realtà del settore privato che debbano, ad esempio, collegare edifici o sedi disperse in una determinata area territoriale oppure piccoli comuni e zone isolate non coperte dall’Adsl o dalla fibra ottica.

“In Italia è molto viva la problematica del digital divide – conferma Errico – e noi siamo in grado di aiutare i carrier a rendere disponibili, a bassi costi di implementazione, l’accesso in rete anche in aree rurali o montagnose non coperte da questi servizi. Vediamo opportunità più che interessanti nell’apertura dello spettro delle frequenze a nuovi operatori, così come così come nell’avvio di implementazioni WiMax su larga scala. In quest’ultimo caso, possiamo agire soprattutto sui costi di backhaul, aiutando i carrier a trovare il giusto equilibrio fra gli oneri infrastrutturali e la redditività delle implementazioni”.
Alle tecnologie di connettività si aggiunge una gamma di prodotti (WinLink 1000 Vs) per la videosorveglianza, sempre con bande di frequenza inferiori ai 6 GHz.

La presenza italiana di Radwin può contare fin dall’inizio sulla disponibilità di una decina di risorse messe a disposizione da Elmat, distributore in esclusiva per il nostro Paese.
L’azienda padovana, che gestisce i prodotti e servizi di ventisette marchi (sette dei quali di società israeliane) si occuperà di gestire e sviluppare la rete di Isp, Wisp e soprattutto system integrator che dovranno proporre e implementare le soluzioni Radwin sul territorio. “Sono già stati certificati circa trenta partner – informa Andrea Rizzo, managing director di Elmat – ma abbiamo l’obiettivo di raddoppiare il numero nel 2011. A fronte di questa espansione, ci aspettiamo di triplicare i clienti e moltiplicare per due il complesso delle vendite”.

Nella rete di system integrator già attivi, un ruolo particolare, ancorché non esclusivo, spetta alla vicentina Saiv, che ha già realizzato alcune implementazioni (soprattutto per link dati o in abbinamento alla voce su Ip) per varie aziende e municipalità: “Nel comune di Maserà, per esempio, abbiamo installato quattordici link punto-punto multipli – illustra Lorenzo Zanfardin, direttore commerciale della società – risolvendo le necessità di connettività wireless avanzate dall’amministrazione cittadina e consentendo anche di installare un sistema di videosorveglianza per la pubblica sicurezza, che potrà fungere da spunto per altri comuni del territorio padovano e veneziano”.

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