Raddoppia il mercato del content management

Il mercato del content management dovrebbe raddoppiare in valore nei prossimi cinque anni, passando da 3,5 miliardi di dollari per il 2001 a 7 miliardi previsti per il 2006. La stima è dei ricercatori di Ovum, che hanno anche valutato le propost …

Il mercato del content management dovrebbe raddoppiare in valore nei
prossimi cinque anni, passando da 3,5 miliardi di dollari per il 2001
a 7 miliardi previsti per il 2006. La stima è dei ricercatori di
Ovum, che hanno anche valutato le proposte di alcuni fornitori
specializzati, come Vignette, Documentum, Interwoven, OpenMarket e
Mediasurface. Le ragioni che sottostanno a questo ottimismo vanno
dalla crescita esplosiva dei siti intranet ed extranet, alle
operazioni di e-business B2B, fino alla continua espansione della
gestione di contenuti Web.
Fra i prodotti esaminati, Documentum 4i ha ottenuto una menzione per
le estese funzionalità di document management, che ne fanno un
prodotto adatto per le realtà industriali. Per converso, il
consolidamento dei prodotti portato avanti dal costruttore ha
generato, a parere di Ovum, confusione fra i clienti e a ciò si
aggiunge un prezzo fra i più alti del mercato.
Vignette V/5 è stato definito un robusto tool di content management,
ma ha ricevuto critiche per l’eccessiva chiusura. Positiva, dunque,
appare la decisione del costruttore di aggiungere le Active Server
Pages e, in futuro, la Java Server Pages. Concorrente importante per
Vignette appare OpenMarket, con il proprio sistema di transazione di
contenuti ed e-commerce. Al costruttore Ovum ha raccomandato di
evitare che l’aggiunta di nuovi moduli possa creare confusione.
TeamSite di Interwoven è stato applaudito per la capacità di gestire
contributi da diversi team e siti grandi e complessi, ma la debolezza
sta nell’assenza di gestione dei link. Mediasurgace, infine, ha dalla
propria funzionalità di rilievi per la gestione dei siti Web, ma lega
il back-end dei siti al database di Oracle e al correlato Web server.
Altri prodotti, come quelli di Broadvision o Allaire non sono stati
inclusi nella lista perché giudicati più vicini all’area delle
piattaforme per le-commerce.

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