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Quando l’iPad serve al tavolo

Su Applicando si è più volte messo in evidenza come l’iPad sia il prodotto con la Mela che ha più rivoluzionato i settori applicativi in cui ha messo piede: in tutti quelli che l’hanno adottato, ha introdotto nuove modalità di lavoro più efficienti e allo stesso tempo piacevoli. In questo scenario, l’ambito della ristorazione, inteso in un’accezione ampia che va dai ristoranti ai bar, mostra una “contaminazione” da iPad a macchia di leopardo, molto legata all’intraprendenza del singolo gestore o all’efficacia, tecnologica e di mercato, della singola applicazione/servizio. Già, perché non basta quasi mai mettere un iPad o un iPod touch in mano a un cameriere, bisogna anche che il dispositivo iOS dialoghi con il resto del sistema informatico del locale, per quanto ridotto e mirato esso sia, magari anche al solo registratore di cassa.

In queste pagine abbiamo voluto dedicarci al mondo dei bar, delle birrerie, dei bistrot, dei pub… insomma di tutti i locali che non sono catalogabili come ristoranti e che incentrano la loro attività “food & beverage”, più sul lato “beverage” che su quello “food”. Per i motivi che abbiamo appena accennato, si tratta di una rassegna diversa dal solito, che vale più come collezione di spunti che come elenco di soluzioni pronte per essere usate. Non solo perché ci concentriamo su un numero comunque contenuto di applicazioni, come è inevitabile, ma proprio perché in quest’ambito l’App in sé conta fino a un certo punto: il più delle volte deve essere accompagnata da altri prodotti e da un lavoro di integrazione portato avanti da una terza parte. Anche per questo è molto difficile fare una stima di quanto possa costare, ad esempio, sostituire il tradizionale blocchetto delle comande con un dispositivo iOS: l’App necessaria sarà magari gratuita, ma il resto della soluzione no. Spesso, tra l’altro, chi offre questo tipo di prodotti non lo fa a un prezzo “una tantum” ma con un canone mensile di locazione operativa che comprende anche i dispositivi iOS.

I locali nella nuvola
Anche le soluzioni gestionali per i locali, specie quelli con attività relativamente standardizzate, stanno abbracciando con decisione il modello “cloud”, con una buona dose di dati che viene man mano memorizzata su server remoti per abilitare alcune funzioni mirate come la reportistica e la configurazione.

Questo approccio è seguito ad esempio da iKentoo, una soluzione che nasce in Svizzera e viene proposta per bar, fast food, piccoli ristoranti e take-away. Tutto ruota intorno a un iPad che nella configurazione più semplice fa allo stesso tempo da terminale mobile per le ordinazioni e da registratore di cassa “touch”, collegandosi con alcune stampanti da POS e salvando costantemente i dati gestionali sul cloud. Il gestore del locale utilizza invece un computer tradizionale per accedere al back-office della soluzione e, ad esempio, configurare lo schema dei tavoli o il menu dei piatti e delle bevande. L’iPad-cassa può anche restare fisso e interfacciarsi con altri iPad o iPod touch che i camerieri usano per prendere le comande ai tavoli. La software house punta molto sull’utilizzo del cloud come fattore abilitante per la scalabilità della soluzione, che può gestire un piccolo punto vendita come anche una rete di locali. Il costo è a canone mensile e varia a seconda del numero di dispositivi iOS attivi.

Un approccio molto simile è stato seguito per le App dell’americana Aptito. Indichiamo “le” App perché si tratta di una soluzione modulare, da far crescere secondo le proprie esigenze. Anche in questo caso il nucleo è un’App per iPad – Aptito POS  – che fa da registratore di cassa, gestendo alcune periferiche fisiche (il lettore di carte di credito, la stampante…) e salvando i dati in cloud. L’App può anche gestire le ordinazioni, ma è meglio delegare questo compito a iPad dedicati, grazie alla possibilità di definire dei menu digitali con una forte connotazione grafica, dai quali è lo stesso cliente a poter attivare gli ordini. In alternativa ai menu interattivi c’è un’App più classica – Mobile POS Communicator – nata per essere usata soprattutto dai camerieri. Interoperabile con tutto questo c’è anche un’App che unisce un po’ del lato grafico dei menu con altre funzioni di gestione ordini: si chiama Self Service Kiosk e realizza su iPad un “chiosco digitale” da cui far gestire le ordinazioni direttamente ai clienti, una soluzione molto indicata per i take-away.

Sempre basata sul cloud, ma con una filosofia meno complessa, è SmartMenu for iPad. Nel suo caso la “nuvola” fa da tramite per le ordinazioni (non esiste un elemento locale di snodo delle transazioni) e sia i camerieri e i clienti, sia chi riceve le ordinazioni utilizza degli iPad. Nel primo caso si vede il lato menu/ordini dell’App, nell’altro una sezione caratterizzata come back-office. Il dialogo wireless tra questi due “volti” garantisce un coordinamento fra sala e cucina.

Da valutare anche TouchBistro, altra soluzione cloud-based che utilizza uno o più iPad come elementi principali, affiancati da altri hardware come stampanti termiche o casse. La soluzione appare come ben scalabile, dato che si può usare un unico iPad sia al tavolo per prendere le comande sia come terminale per gestire i pagamenti. Altre configurazioni più complesse e costose sono indicate per i ristoranti piccoli e grandi, con uno o più iPad che condividono i dati sugli ordini. Il costo, a canone annuale, varia in base alla configurazione.

Segnaliamo anche l’italiana Presto!, che permette di gestire le ordinazioni dei tavoli di un locale, idealmente un bar o una birreria, toccando le voci di un menu. Tra le funzioni disponibili troviamo la rappresentazione dei tavoli del locale, la creazione dei menu direttamente su iPad, lo storico delle transazioni, la gestione dei conti aperti, la visualizzazione dello stato dei tavoli. Non si tratta però di un vero e proprio gestionale perché non c’è un interfacciamento con un POS, quindi è più che altro uno strumento per gestire più comodamente le informazioni da parte di chi cura una sala.


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