Quando l’innovazione si fa per le autofficine

E’ solo grazie alla personale passione del titolare che Molinari Snc, distributore di attrezzature per officine, può vantare un buon grado di informatizzazione

Gennaio 2006, Ci sembra un ottimo esempio di piccola azienda
italiana. La Molinari Snc distribuisce dodici marchi (un portafoglio di
circa 300 prodotti) del settore delle attrezzature per autofficine. Fondata
nel 1970 dal padre dei due fratelli attuali soci, il piccolo gruppo riunisce
due aziende, l’omonima Molinari, che si occupa di pura vendita, e la Omniservice
che esegue l’assistenza. Complessivamente le due aziende fatturano 1,5
milioni di euro, servono 600 clienti per la rivendita e 400 per l’assistenza,
che evidentemente si intersecano, e contano una decina di dipendenti.
«Il settore sta certamente vivendo un trend di crescita
– afferma il titolare Marzio Molinarigrazie ai
nuovi strumenti computerizzati di cui le autofficine si devono dotare
per stare al passo con la concorrenza, per ridurre i temi di lavoro e
perché gli stessi produttori di automobili lo richiedono»
.

Un titolare che ne capisce
Anche Molinari non rimane sorda ai richiami dell’informatica grazie alla
personalissima passione di Marzio che, per fare un esempio, usa regolarmente
Skype. «I nostri dipendenti devono essere disposti
a intervenire ovunque e in ogni momento. Tutti hanno il notebook, il navigatore
satellitare e lo Smart Phone, la mattina scaricano il piano della giornata
sul palmare dal mio computer e, nel caso di variazioni, ricevono una mail
o un Sms che possono leggere in tempo reale. Il computer portatile, invece,
è il supporto in cui sono memorizzati tutti i manuali e gli schemi»
.
La struttura informatica dell’azienda è essenziale: un server,
una decina di pc desktop, 5 notebook oltre ai Pda già menzionati.
Per la connettività si usano un modem e uno switch, per lo storage
si è passati recentemente da un’unità a nastro a un più
comodo hard disk esterno. Il tutto funziona su piattaforma Windows con
strumenti classici come l’antivirus di Symantec e Office.
Una struttura semplice ed eterogenea scelta nel tempo da Marzio Molinari
con il supporto di un fornitore esterno. «Sono appassionato
di informatica e mi piace cercare le soluzioni più interessanti.
Da un po’ di tempo mi fornisco da un amico che generalmente fa solo installazione
e assistenza e, all’occorrenza, riesce a procurarmi l’hardware da un distributore»
.

Marzio Molinari ha perso la fiducia anche su un noto gestionale italiano.
«Il problema – afferma – è che mi sentivo poco
seguito e il costo del servizio era troppo alto (140 euro la chiamata,
70 a ora l’intervento), mentre non posso dire assolutamente niente sulla
qualità della soluzione gestionale»
. Decide, così,
di cercare un’alternativa, in prima battuta un software per la gestione
delle assistenze e i ricambi: «A gennaio 2003 mi imbatto in
Mosaico Sorgente Aperto di Whag e mi ha subito interessato.
Mi affascina il concetto di condivisione della conoscenza che sta alla
base della filosofia open source e che le community siano composte da
entusiasti appassionati»
. Da un interesse generico si è
passati presto a una infatuazione.

Personalizzare per migliorare
«Whag ha dimostrato di eccellere in tutti i punti critici del
precedente fornitore
– spiega Molinari -. L’applicativo base
funziona e ogni personalizzazione, anche minima, è sempre possibile.
Il gruppo di Whag è disponibilissimo a ogni chiamata e le modifiche
richieste sono subito pronte. Inoltre, è apprezzabile il sistema
di licensing che prevede una forma di pagamento a canone mensile che include
un certo numero di interventi straordinari»
. Effettivamente,
la personalizzazione o la modifica del codice in base agli input degli
utilizzatori è tipica di tutti gli applicativi open source. Se,
nel caso del software proprietario, la customizzazione è considerata
qualcosa di più da farsi retribuire dal cliente, la filosofia open
la considera una opportunità. Whag sfrutta la modifica del codice
con l’intenzione di inserirla nella versione successiva del suo gestionale
certa che l’esigenza di uno diventi presto quella di tutti gli utilizzatori.

«Nel mio caso ho chiesto subito una modifica che permettesse
la gestione dei diversi listini. Mi dovevo districare tra 12mila voci
provenienti da cataloghi realizzati con criteri assolutamente non standard.
La risposta di Whag è stata veloce ed efficace»
. Attualmente
Molinari e i suoi dipendenti lavorano con tre software: Mosaico, Esatto
e il database Sql di Microsoft, il tutto su piattaforma
Windows. «Mosaico non elabora la contabilità e non redige
il bilancio
– afferma Molinari –, ma, grazie alla partnership
stretta tra Whag e Banana.ch (di cui parliamo nel box a sinistra), l’intenzione
è di trasferire tutta la contabilità sullo stesso applicativo
e abbandonare definitivamente Esatto. Il passaggio mi permetterebbe, inoltre,
di implementare mySql come database al posto di Sql»
.
Magari la conversione definitiva con il passaggio a Linux è ancora
lontana, però Molinari ha già pronta la prossima proposta
per migliorare TeamMosaico: «un plug-in per l’ottimizzazione
degli interventi sul campo»
.

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