Quando il software entra in cucina

Per il produttore di cucine e bagni Boffi, la progettazione in tre dimensioni ha segnato la svolta

Le sue cucine sono vendute in tutto il mondo. Merito di un made in Italy che non si è cullato sugli allori della celebrata fantasia italiaca ma a questa ha saputo abbinare gli strumenti informatici adatti.
Ruggero Marelli, direttore industriale di Boffi, quando è entrato in Boffi all’inizio degli anni Novanta ha trovato infatti un’azienda abbastanza arrugginita “dal punto di vista It, con strumenti hardware e software presenti, ma inadeguati”.

Cuore della trasformazione è stato il reparto di ricerca e sviluppo.
Proprio da qui è iniziato il lavoro di rilancio che si è concentrato sull’analisi delle operazioni relative alla progettazione. “Ho da subito iniziato a cercare un Cad più adeguato di quello presente allora in azienda, confrontandomi anche con ciò che veniva utilizzato dalla concorrenza – racconta Marelli – e ho individuato Pro/Engineer di Ptc. Fino ad allora i nostri designer usavano un Cad per trasformare i disegni bidimensionali in 3D. Ma i vantaggi si limitavano alla facilità di utilizzo, tralasciando la completezza. Con l’adozione di un prodotto specifico, invece, abbiamo velocizzato il tempo tra la progettazione e la successiva industrializzazione, evitando continui passaggi e correzioni tra i designer e l’ufficio ricerca e sviluppo che doveva approvare il progetto”.

Inizialmente, per qualsiasi esigenza, Boffi si rivolgeva direttamente a Ptc. Con il tempo, la gestione del rapporto è passata in mano al partner di canale Systempartners che ora si sta occupando della formazione e consulenza anche per il prodotto di Product lifecycle management. Una delle ultime attività che Boffi e Systempartners hanno realizzato insieme è stata l’introduzione in azienda di uno strumento per la gestione dei dati tecnici di prodotto, in modo che possano essere distribuiti in azienda. Si tratta di informazioni come la distinta base oppure l’accesso a un documento, o ancora la gestione corretta di un flusso progettuale.
Nonostante i cambiamenti realizzati negli ultimi dieci anni, Boffi si considera pur sempre un artigiano. “Ma un artigiano a controllo numerico – sostiene Marelli – poiché, nonostante si produca a livello industriale, siamo anche capaci di personalizzare i prodotti per i singoli clienti. Per fare questo, l’informatizzazione aziendale è fondamentale e spendiamo in Ict 500.000 euro ogni anno”. Il reparto Edp all’interno di Boffi è costituito da due persone fisse più alcuni consulenti esterni che lavorano a progetto.

Un gestionale e un software in arrivo
La dotazione It è completata dal gestionale Metodo (che lavora su piattaforma Unix) e Pro/Intralink, strumento integrato in Pro/Engineer per la gestione dei dati di progetto, nonché da un software documentale non ancora implementato, ma previsto per l’anno in corso, che consentirà di gestire i dati aziendali (dagli ordini al progetto grafico alle bolle di accompagnamento dei prodotti spediti) in formato digitale. “L’idea che ritengo vincente – afferma il direttore industriale – è di disporre di più pacchetti, specializzati per ogni reparto, che dialoghino tra loro. Per questo abbiamo un software dedicato per il magazzino, uno per il reparto Ricerca e sviluppo, un altro per l’ufficio acquisti”.
Nel reparto che si occupa dell’industrializzazione, infine, Boffi utilizza software di configurazione specifici per il settore. La dotazione hardware, invece, è costituita da 150 pc collegati in rete, (una Ethernet in fibra ottica e velocità di 100 Mbit a postazione di lavoro) per 175 dipendenti in totale. Oltre ai pc, ci sono cinque server dipartimentali Hp che lavorano su piattaforma Windows.
Dal punto di vista degli acquisti, per motivi di risparmio economico, da tre anni Boffi ha deciso di utilizzare la formula della locazione operativa per tutti i prodotti hardware, stampanti comprese.

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