Qualifiche professionali: verso il mutuo riconoscimento nella Ue

Primo accordo fra Parlamento europeo e Presidenza irlandese del Consiglio sul testo che punta a liberalizzare il lavoro di architetti, dottori e altri professionisti. Tesserino elettronico, riconoscimento della formazione, sistema di segnalazione e tempi ristretti i pilastri della riforma.

Il Parlamento europeo e la Presidenza irlandese del Consiglio europeo hanno trovato un accordo provvisorio sul testo che dovrà cambiare il riconoscimento delle qualifiche professionali nei Paesi Ue.

Architetti, dottori, infermieri, dentisti, farmacisti,
veterinari, insomma tutti i professionisti che sono coinvolti
dall’attuale direttiva del 2007 sulle Qualifiche professionali, sulla
base del nuovo testo potranno essere facilitati nel trasferirsi in un altro Stato membro per esercitare la propria professione.

L’accordo richiede che gli Stati membri e la Commissione europea attestino la volontà degli organismi professionali a optare per un documento europeo qualificante.

In caso positivo, la facilitazione all’attività intra-europea avverrà in virtù di un mutuo riconoscimento delle qualifiche, attuato sulla base di un documento elettronico contenente i dati necessari per l’esercizio, la cui attendibilità deve essere garantita dallo Stato membro da cui il professionista proviene.

Un pilastro del testo, infatti, è il riconoscimento del professionista all’estero, che dovrà avvenire in modo più semplice rispetto all’attuale e garantito.
Lo Stato membro che si mette in condizioni di farlo, di fatto, consegna al proprio cittadino un passaporto professionale europeo.

I tempi per esercitare la professione in altro stato dovrebbero ridursi in molti casi a quattro settimane,
quanto necessario per incrociare, verificare e autorizzare le
informazioni presenti negli archivi elettronici dei singoli Paesi.

L’onere del riconoscimento professionale spetterà allo Stato di provenienza e non più a quello di destinazione del professionista.
E il ritardo nella risposta oltre i tempi stabiliti non significherà stallo, ma tacito consenso riguardo il riconoscimento della qualifica.

Nel conto entra anche la formazione, che sarà tanto necessaria quanto riconosciuta in entrambe le forme in cui normalmente si esplica, ossia quelle retribuita e del tirocinio
gratuito, contrariamente a quanto previsto dalla proposta della
Commissione europea, che escludeva la formazione non retribuita.

Un sistema di segnalazione paneuropeo, poi, gestirà i nominativi dei professionisti che per colpa o dolo sono inibiti
dall’esercitare nel proprio Paese, proprio per scongiurare l’ipotesi
che si trasferiscano in un altro Stato per proseguire illegalmente la
propria attività.
Questo genere di informazioni sensibili dovrà essere trasmesso entro tre giorni agli altri Stati membri.

Il testo accordato deve ora passare formalmente al Coreper, lato Consiglio, e alla Commissione Mercato interno (Imco) del Parlamento europeo.
Probabilmente sarà esaminato entro l’estate, per poi essere votato nella plenaria del Parlamento europeo di ottobre

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