Qualifiche professionali: la tutela deve partire dalla formazione

Lo sostiene Lara Comi, che sta affrontando il tema della riforma delle qualifiche al Parlamento europeo. E crea una liason con il Processo di Bologna per la riorganizzazione a livello internazionale del sistema di istruzione superiore.

Il Processo di Bologna per riformare a
livello internazionale il sistema di istruzione superiore (così chiamato perché
definito nel 1999 presso l’università felsinea), si prefiggeva di realizzare lo
Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore (Seis), poi varato con le conferenze di
Budapest e Vienna del 2010. Con 47 i paesi firmatari è il più vasto tentativo
di omogeneizzazione dell’istruzione.

Proprio il processo di Bologna torna d’attualità
con il dossier varato dalla Commissione europea per la modifica delle
qualifiche professionali. A spiegarcelo è Lara Comi, che abbiamo
raggiunto telefonicamente a Bruxelles.

La vicepresidente della Commissione Imco
(Mercato interno e protezione consumatori) insieme alla collega Bernadette
Vergnaud
, per competenza, ha dato il via alle operazioni per quest’anno.

Una materia già affrontata dal Parlamento europeo
con il rapporto di iniziativa votato nel novembre scorso sul quale Comi si è
astenuta.

Motivo? Perché prima di entrare nel merito delle
questioni singole, degli infermieri o degli architetti, è necessario chiarirsi
sul modo in cui si intende uniformare l’istruzione e i processi di valutazione
relativi.

Tutelare chi studia

Per alcune specializzazioni, infatti, in Italia
si applicano criteri di valutazione più rigidi che altrove, e questo può creare
disparità in un contesto allargato di applicazione delle qualifiche
professionali.

Per Comi il riconoscimento automatico
delle professionalità va impostato alla fonte, sin dal momento della
formazione. Vanno quantificate e uniformate le durate scolastiche.

Bisogna, in estrema sintesi, parificare le
professionalità sul nascere, tutelando chi studia.

La scaletta dei lavori

Il lavoro che Comi e Vergnaud stanno affrontando
è intenso.

In Commissione Imco ci sarà il primo scambio di
opinioni ufficiale a febbraio. Gli emendamenti sul dossier sono in calendario
per giugno.

Il voto in plenaria in prima lettura è per
dicembre.

Tempi lunghi? Il fine che si prefigge di
raggiungere la riforma delle qualifiche professionali, sostiene Comi, per
quanto meritevole, necessita di un lavoro complesso per creare quel fondamento
comune necessario a tutelare i nostri giovani da una potenziale concorrenza
sleale.

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