Qualche numero per misurare la «febbre» del mercato mobile

Alla crescita dei lavoratori fuori sede che Idc prevede in Europa, si affiancano le stime sull’incremento di servizi dati wireless, che viaggerà in parallelo con il boom del comparto Wlan. Il mobile Internet in Italia, tuttavia, è in stallo e le aziende “mobilizzate” sono poche.

Della consistente crescita che i mobile worker starebbero registrando si parla ormai da qualche tempo. Se in Italia il fenomeno è ancora poco visibile, dato l’attaccamento generale al posto di lavoro "fisso", si tratta comunque di una tendenenza destinata a non arrestarsi.


Secondo Idc, lo sviluppo del mercato dei lavoratori mobili in Europa sarà tale da portare il loro numero dai circa 8 milioni del 2001 a oltre 20 milioni nel 2005, pari a quasi il 12% del totale della forza lavoro, rispetto al 5% registrato lo scorso anno. Va precisato che l’analista considera appartenente a tale categoria chi trascorre almeno il 20% del proprio monte ore annuale fuori dalla principale sede di lavoro, che si tratti di ufficio o di casa, e che accede alle reti aziendali o a intranet utilizzando dispositivi portatili (dai notebook ai palmari) dotati di accessori di comunicazione come le pc card.


Tutti i Paesi del Vecchio Continente, secondo l’analista, saranno protagonisti di questo fenomeno, anche se la base di partenza è diversificata. Se in Svezia attualmente già più del 12% della forza lavoro è di tipo mobile, in Italia tale quota si ferma al 3% (dovrebbe portarsi al 9% nel 2005). In linea, del resto, con la situazione espressa anche da altri Paesi mediterranei come Francia e Spagna. Se questo è il trend "sociale", vediamo invece come dovrebbe evolvere, in parallelo, lo sviluppo delle tecnologie che supportano l’utenza mobile.


Innanzitutto analizziamo come sono destinati a cambiare i network wireless, che si pongono in posizione privilegiata in funzione del livello di penetrazione dei telefonini e che sono, quindi, destinati a supportare in modo massiccio la convergenza di servizi e tecnologie sui terminali mobili. Sempre secondo Idc, il mercato italiano dovrebbe essere caratterizzato da una forte dinamicità relativamente alla crescita di utenti di mobile data (mData, cioè trasmissione di dati su reti mobili): dai 2,2 milioni del 2001 si dovrebbe arrivare a 37 milioni nel 2005. Tale crescita dovrebbe essere sostenuta soprattutto dalla diffusione delle reti Gprs e Umts, che nel 2005 assorbiranno, secondo le stime, il 94% degli utenti di mData. Tutto ciò a fronte di un mercato generale dell’utenza mobile che sarà tendenzialmente piatto nei prossimi anni, in virtù della saturazione già raggiunta con i più di 49,9 milioni di Sim card in circolazione in Italia nel 2002 (i numeri sono sempre di Idc). Una fotografia simile del mercato nostrano è stata recentemente scattata anche da Busacca & Associati che, in base all’analisi di più fonti, stima che dal 2004 partirà il sorpasso dell’utenza di servizi dati mobili rispetto agli utilizzatori di Internet da rete fissa.


La tendenza che spinge verso l’accesso alle reti senza fili si dovrebbe evidenziare anche su un altro fronte, quello delle wireless Lan. In questo caso, l’ambito non è più solamente il mobile Internet ma anche il collegamento a intranet aziendali all’interno di uffici e aziende. Stando a un’analisi di Frost & Sullivan, il mercato Wlan europeo, pari attualmente a 260 milioni di dollari, genererà nel 2006 entrate per 976 milioni. La popolarità del mezzo, attualmente vincolato dallo standard 802.11b e in via di evoluzione verso ulteriori protocolli, sarà trainata anche dalla sua diffusione presso luoghi pubblici come hotel e aeroporti.

Mercato italiano sotto la lente


A fronte di un segmento consumer che vede il mobile Internet in Italia in fase di stallo (dovuto a molteplici ragioni, tra le quali l’incertezza su prestazioni e tariffe delle reti Gprs ora e Umts poi), per il mondo aziendale si può pensare, invece, a una certa accelerazione del processo di diffusione. Questo scenario emerge dall’Osservatorio sul Mobile Internet avviato dall’Associazione Impresa Politecnico con il supporto di Siemens Information & Communication Networks. Benché si tratti di una giovanissima iniziativa (un rapporto finale sarà rilasciato il prossimo ottobre) sono già emerse alcune tendenze. A livello generale si evince come, allo stato attuale, la diffusione di applicazioni mobili sia scarsa. Delle 15 applicazioni concrete individuate, la maggior parte (nove, per la precisione) è rivolta all’automazione della forza vendita. Tre sono, invece, destinate alla field force automation mentre altre 3 sono di tipo B2B, ossia non destinate a dipendenti o agenti ma a partner commerciali. Due i tratti significativi emersi: uno è relativo allo scarso utilizzo della connessione attraverso reti cellulari, a favore di un approccio semplificato offline che strutta poi, successivamente, la trasmissione dei dati tramite reti diverse (Lan o Wlan). Un secondo punto di vista riguarda i costi contenuti delle implementazioni, a fronte di ritorni giudicati significativi dagli intervistati, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza dei processi.

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