Q4 in perdita per Palm, ma in linea con le stime di Wall Street

L’ultimo trimestre dell’anno fiscale 2002 si è chiuso con perdite pari a 27,5 milioni di dollari, su un fatturato di 233 milioni, rispetto ai 230,8 previsti da First Call

27 giugno 2002 Trimestre in perdita per
Palm, ma in linea con le previsioni di Wall Street. La società californiana che
produce dispositivi Pda ha, infatti, annunciato di aver chiuso il quarto
trimestre dell’esercizio fiscale 2002 con perdite pari a 27,5 milioni di dollari, o 5 centesimi per azione, rispetto ai 392,1 milioni, o 69 centesimi per azione, di perdite riportate nel medesimo periodo dell’esercizio precedente. Risultati, quest’ultimi, preceduti
dal warning lanciato il mese scorso dalla società, dato il calo stimato nella
domanda di mercato per i propri prodotti, e che aveva ridotto le attese di
analisti, quali Thomson Financial/First Call, a 230,8 milioni di dollari, in
termini di fatturato, e a perdite pari a tre centesimi per azione. E l’annuncio
di Palm, in tal senso non ha mancato gli obiettivi, visto e considerato che il
fatturato riportato per il Q4 dell’esercizio fiscale 2002 è stato di 233 milioni
di dollari, il 41% in più rispetto ai 165 milioni registrati esattamente un anno
fa.

In definitiva, nell’anno fiscale conclusosi lo scorso 31 maggio, Palm
ha riportato perdite per 82 milioni di dollari, o 14 centesimi per azione, su un
fatturato di 1,03 miliardi di dollari. Nell’esercizio precedente le perdite
registrate avevano raggiunto quota 356,5 milioni di dollari, o 63 centesimi per
azione, su un fatturato di 1,53 miliardi. E ora, per il trimestre in corso la
società conta di riportare perdite operative pro forma comprese fra i 40 e i 45
milioni di dollari, su un fatturato compreso fra i 175 e i 185 milioni di
dollari.
Il break even? Non prima del trimestre che terminerà il prossimo
novembre. Nel frattempo Palm continua nel processo di recupero dei costi
nel tentativo di tornare all’utile anche grazie al processo di spin off
intrapreso per trasformare la divisione PalmSource, che sviluppa il sistema
operativo utilizzato sui suoi dispositivi palmari, in una società a sé stante.

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