Ptc vede bene le Pmi

La società, in salute, punta su soluzioni di Plm standardizzate per lo zoccolo duro dell’economia italiana.

L’anno fiscale 2006 di Ptc si è chiuso con un fatturato di 885 milioni di dollari, vale a dire una crescita del 19% rispetto all’esercizio precedente.

Distillati i dati finanziari, emerge un aumento del 29% per quanto riguarda l’utile netto (113 milioni di dollari rispetto agli 87,4 dell’anno scorso) e un +35% nella vendita di soluzioni enterprise, Computer aided design (Cad) e Product Lifecycle Management (Plm) in testa, ma anche content management e dynamic publishing, aree sulle quali il vendor americano sta investendo.

I risultati sono anche il frutto di una strategia che prevede l’acquisizione di società, tra cui, recentemente, Itedo (soluzioni per la creazione e gestione d’illustrazioni tecniche) e Mathsoft (provider di soluzioni per il calcolo ingegneristico).

Nella stessa direzione va anche il lancio Arbortex Content Manager, che amplia l’offerta di soluzioni per il dynamic publishing e si basa sulla tecnologia Windchill. Il prodotto combina capacità di authoring testuale e grafico, gestione dei contenuti e delle configurazioni, pubblicazione automatizzata e visualizzazione grafica ed è stato sviluppato per rispondere alle esigenze di aziende (come quelle del settore farmaceutico, dei servizi finanziari o della Pa) che devono realizzare e gestire pubblicazioni complesse in un ambiente distribuito.

Tutte queste mosse sono in linea con la volontà di Ptc di migliorare le competenze per aumentare la competitività. E, come afferma Stefano Rinaldi, country manager Ptc, «per essere competitivi bisogna puntare sulle Pmi, che rappresentano già i tre quarti dei nostri 4mila utenti italiani».

Per sviluppare il peso del Plm presso questa fetta di mercato, Ptc ha elaborato due iniziative. La prima consiste nell’ingenerizzazione di soluzioni cercando di standardizzare i prodotti. Attraverso uno studio analitico il vendor individua, infatti, la soluzione più conveniente fissando lo scopo, i tempi, i costi e il ritorno dell’investimento.

La seconda proposta si lega a un accordo con Ibm per l’utilizzo del canale on demand. «Inizialmente la piccola e media azienda è scettica davanti all’acquisto del Plm per il rischio economico che un software così complesso comporta – spiega Rinaldi – motivo per cui noi offriamo un servizio di consulenza per lo sviluppo prodotto consentendo di ottimizzare le organizzazioni e i processi critici. Non basta più avere un prodotto migliore degli altri se gli utenti non sanno come utilizzarlo».

Un ulteriore aspetto su cui Ptc conta per il futuro è, poi, l’integralità della propria piattaforma. «I nostri prodotti si basano su un’architettura unica e scalabile – dice Rinaldi – e, anche se utilizziamo diverse tecnologie queste non si sovrappongono, ma sono complementari».

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