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Proptech, la trasformazione digitale del settore immobiliare sotto la lente

Similmente al termine fintech (financial technology), la parola proptech deriva dalla crasi di due parole: property e technology.

Con il termine si fa riferimento, dunque, a un settore che include prodotti, processi o idee di business che applicano le risorse Ict e digitali innovative al settore immobiliare.

In un contesto di trasformazione associabile all’industria 4.0, l’obiettivo di una realtà proptech è ottimizzare le tradizionali catene del valore del settore immobiliare per raggiungere maggiore efficienza ed efficacia. Si parla, quindi, di gestire la trasformazione nella relazione tra l’ambiente digitale e l’ambiente costruito.

Il real estate è stato investito dal recente fenomeno della digitalizzazione sotto tre aspetti basilari del management, alle voci asset, property e facility.
Le realtà proptech guardano anche al mercato del real estate con le lenti del software, dei database e dell’Internet of Things (IoT).

Pertanto nella maggior parte dei casi le società proptech sono generalmente startup, ma si contano abche piccole-medie imprese e aziende più grandi e mature, che cercano di ritagliarsi un ruolo significativo nel per rendere il settore immobiliare più tecnologico.

Sigest, società di real estate che opera nel mercato residenziale, ha dato vita a un osservatorio permanente sulle proptech, una nuova divisione del Centro Studi composta da un trasversale team di professionisti, che collaborano con i più importanti centri di ricerca che si occupano di innovazione digitale e proptech.

L’Osservatorio permanente sulle proptech nasce in un contesto che vede Sigest alla ricerca di applicazioni digitali innovative per evolvere i propri servizi e la propria attività.

Negli ultimi mesi Sigest ha aderito al progetto RE Innovation Lab di Assoimmobiliare e Bocconi e all’Osservatorio Proptech Monitor del Politecnico di Milano ed è sponsor di MEET Centro Internazionale per la Cultura Digitale con sede a Milano.

Sebbene il tema delle proptech appaia molto frequente nel nostro settore, esiste il rischio che diventi solo una novità di moda incapace di incidere nella quotidianità.

Il nostro mondo è ormai profondamente dipendente dalla tecnologia – dice in una nota Enzo Albanese, Ceo di Sigest – ed è evidente che temerla ed evitare di utilizzarla in campo professionale abbia il solo risultato di creare un gap fra la propria attività e le altre che può rivelarsi fatale. Ciò che dobbiamo fare è quindi cercare di sfruttare al meglio il digitale negli aspetti più tecnici, quelli in cui le macchine sono imbattibili, trasformandole in uno strumento a disposizione per migliorare la qualità del nostro lavoro. La rivoluzione dell’industria 4.0 ha già mostrato le straordinarie potenzialità dell’introduzione della tecnologia nella produzione di beni e ritengo che la sfida dei prossimi anni sia quella di evolvere verso i servizi 4.0. È sulla base di queste riflessioni che nasce l’Osservatorio permanente sulle proptech, per individuare soluzioni che innovino l’ambito dei servizi immobiliari, senza dimenticare che qualità come intuizione, capacità di elaborare strategie, creatività e flessibilità sono così profondamente umane che neppure il dominio tecnologico riuscirà a sostituirle“.

Collaborano stabilmente con l’Osservatorio proptech di Sigest vari professionisti: Francesca Bombelli, che al 2015 ricopre la carica di Responsabile del Centro Studi di Sigest, Mario Conti, del 2017 Head of Advisory di Sigest, e Ludovica Martignoni, dal 2019 in Sigest per analisi di mercato, attività di benchmarking inerenti al settore immobiliare e ricerca su proptech.

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