Pronto il Power 6 di Ibm

Tris di novità per la piattaforma Unix della società: processore più potente, nuovo virtualizzatore e Aix 6

Aumentare la frequenza di clock o il numero di core? Ibm, come spesso ha fatto, cavalca entrambe le filosofie. Nel presentare il nuovo processore Power6 ha deciso di insistere sul concetto di performance.


Così, il chip che sarà implementato inizialmente sui server Unix della famiglia System p 570, rompe la barriera dei 4 GHz raggiungendo quota 4,7 e sbaragliando la concorrenza, Hp e Sun in particolare, in termini di performance sui quattro benchmark fondamentali (Tpc-c per i database, Specint2006, Specfp2006 e Specjbb2005 per applicazioni di business, scientifiche e commerciali).


«La scelta del modello 570 – afferma Alessandro Colonna, director della linea System p – non è casuale visto che è il modello che ci ha dato i maggiori ricavi, soprattutto in Italia».


L’estensione a tutta la linea di server “p” e “i” è comunque prevista anche se con parsimonia «viste le ottime performance dei processori Power5 e 5p che ci hanno anche portato a pensare se non fosse opportuno rinviare l’annuncio» prosegue Colonna.


Ma Ibm non ha saputo resistere alla tentazione della “prova di forza” nei confronti dei concorrenti e, insieme al nuovo chip, ha messo sul tavolo una nuova architettura di virtualizzazione per piattaforma Unix e il sistema operativo Aix 6, previsto per fine anno, ma già disponibile in free download in versione beta in agosto.


Benchmark e struttura fisica del chip a parte, la discriminante del Power6 è tutta in una considerazione: raddoppio delle performance rispetto all’architettura precedente a parità di consumo energetico. Il chip, infatti, è in grado di ottimizzare i consumi bloccando dinamicamente i circuiti non utilizzati in un certo istante e, inoltre, è in grado di congelare le porzioni non correttamente funzionanti.


In ambito virtualizzazione la novità fondamentale riguarda l’interruzione di servizio. È possibile agire sulle partizioni e anche sugli applicativi, trasferendoli interamente, in modo trasparente all’utente che, al massimo, potrebbe registrare un rallentamento di pochi secondi.


Infine, la novità più importante che riguarda lo Unix di Ibm è la totale compatibilità binaria con le applicazioni sviluppate per le versioni precedenti dell’Os e quella con applicativi Linux su piattaforma x86. «Garantiamo in questo modo la protezione dell’investimento – afferma Colonna – e, con la disponibilità della beta in free download diamo il tempo agli sviluppatori di aggiornare gli applicativi ed essere pronti all’uscita della versione definitiva».

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