Programma il futuro, al via l’atto secondo

L’anno passato sono stati oltre 300 mila in tutta Italia gli studenti delle elementari che hanno programmato software in classe. Il risultato è stato ottenuto nell’ambito dell’iniziativa pluriennale “Programma il futuro”.
Laura Boldrini (Presidente della Camera) e Stefania Giannini (Ministro dell’Istruzione) hanno partecipato alla presentazione, insieme ad Hadi Partovi (fondatore di Code.org), a svariati membri dell’intergruppo per l’innovazione tecnologica (Quintarelli, Coppola, Palmieri ed altri) e alla presenza di un centinaio di bambini delle classi elementari che hanno programmato l’anno scorso.
Viviamo in un mondo mediato dal computer“, ha detto la Boldrini, nel quale “la programmazione è come le lingue di 30 anni fa“. Nel ricordare la Dichiarazione dei diritti in Internet, da lei fortemente voluta, è poi passata a questioni più pratiche come la banda larga, che “è nulla senza strumenti per i ragazzi“.
La programmazione permette l’acquisizione di una nuova modalità di pensiero critico e logico“, ha detto più in profondità la Giannini. In qualità di linguista, spetta a lei far da ponte tra cultura vecchia e nuova, tra lingue vive e linguaggi di programmazione.
Il software è “la rivoluzione epistemologica del nuovo secolo“, ha poi rilanciato, mettendo “la scuola al centro di questa rivoluzione“.

La luce del software
Il software è come l’elettricità ai suoi tempi“, ha esemplificato Hadi Partovi con lucidità. Code.org è stata fondata nel 2013 da lui e dal fratello Ali, che operano insieme nel mondo degli investimenti in startup tecnologiche e sociali (Dropbox, Airb’n’b’ e Pinterest per dirne tre ancora in sviluppo).
Questa azienda ha fornito gli strumenti per permettere a bambini di avvicinarsi alla programmazione in maniera opportuna, ovvero attraverso lo sviluppo di un gioco. “L’Italia è la seconda nazione per attività su Code.org“, ha detto Hadi, ricordando di aver passato alcune settimane nel Belpaese prima di arrivare negli States.
Grazie a strumenti opportuni, i giovanissimi italiani hanno così assommato 1,7 milioni di ore di programmazione, ovvero circa 6 ore ciascuno. Questo valore in sé è tutt’altro che alto, quindi si punta più su con un piano quinquennale. Già nel 2015/16, per cominciare, si vuole superare il milione di studenti, per poi via via affiancare il pensiero computazionale a quello classico. Questioni epistemologiche, questioni di lingue e linguaggi che devono coesistere nella nuova scuola.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome