Pressioni di Microsoft su Compaq per la scelta del browser

Da qualche giorno il Dipartimento Usa della Giustizia sta di nuovo indagando sulle presunte politiche monopolistiche di Microsoft. Questavolta ne potrebbe sortire qualche effetto negativo.

Il Dipartimento Usa della Giustizia sta indagando su presunte pratiche
illecite di Microsoft, che avrebbe forzato i propri partner a includere il
browser Internet Explorer sui personal computer che escono con Windows 95
preinstallato (cioè quasi tutti). Una conferma di questa pratica sarebbe
venuta da Compaq, durante un’udienza della causa, intentata direttamente
dal procuratore generale Janet Reno per violazione della nomra federeale
che impedisce all’azienda di imporre termini di licensing lesivi della
concorrenza ai produttori di pc. Stando a questa testimonianza, nel maggio
del ’96 a Compaq sarebbe stato notificato un documento che sanciva la
cancellazione del licensing su Windows 95, a meno che il pc vendor non
avesse accettato di mantenere sul desktop delle proprie macchine (i
Presario, in particolare) le icone di Internet Explorer e Network. Per
inciso, Compaq avrebbe voluto lasciare spazio a Netscape.
Pressioni dello stesso genere sarebbero state ammesse anche da altri
costruttori, in particolare da Gateway e Micron.
Un portavoce di Microsoft, Mark Murray, ha ammesso che l’azienda ha
impedito la rimozione dal desktop delle icone di Explorer e Network, ma non
dell’affiancamento di altre icone, anche di browser concorrenti. Secondo
l’azienda di Bill Gates, la licenza del sistema operativo va rispettata
nella propria interezza e, dunque, non si possono rimuovere a piacere parte
essenziali del prodotto.
Se Microsoft fosse ritenuta colpevole di violazione delle norme federali,
dovrebbe pagare una multa di un milione di dollari per ogni giorno di
reato.

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