Power Computing lontano da Apple

Il piu antico clonatore ufficiale dei Macintosh sta cercando di estendere il proprio raggio d’azione verso il mondo Wintel. L’intenzione e svelatanei documenti consegnati alle autorit` per ottenere la quotazione in Borsa.

I tempi cambiano sempre più rapidamente per Apple. L’azienda solo qualche
anno fa ha autorizzato ufficialmente la produzione di cloni Macintosh, in
grave ritardo rispetto alle dinamiche di mercato. La prima società
investita dell’onore, pur fra molte cautele contrattuali, fu Power
Computing, poi arrivata anche in Italia grazie alla Modo di Reggio Emilia.
Ora, è la stessa creatura, alquanto cresciuta, a rivoltarsi contro la
"madre". La società americana, infatti, ha manifestato l’intenzione di
entrare anche nel mercato dei pc compatibli Intel a paritre dalla prima
metà del 1998. Il proposito è contentuto nella documentazione consegnata
alla Security Exchange Commission per ottenere la quotazione in Borsa.
Questa decisione fa seguito alle difficoltà incontrate in tempi recenti
nelle negoziazioni con Apple sulle licenze del sistema operativo MacOs.
Secondo quanto affermato da Power Computing, la casa della Mela avrebbe
ostacolato l’introduzione di nuovi sistemi per ragioni definite non
tecniche
, rifiutandosi, in particolare, di certificarli. Pertanto, al
di là della trattativa con Apple, il clonatore si è accordato già da
qualche mese con Ibm per le licenze del MacOs.
Secondo Power Computing, la "patente" di Apple sta diventando un collo di
bottiglia. La richietsa di rinegoziare le royalty ha bloccato già,
almeno una volta, il lancio di nuovi prodotti, creando un possibile
danno alla profittabilità che l’azienda vuole ora rivelare ai potenziali
investitori di Wall Street. Com’è noto, Apple chiede ai costrutori di clon
i
di attendere un attestato che certifichi l’adesione agli standard Mac e
fornisce una Rom speciale che aiuta il sistema operativo a dialogare con
l’hardware.
Apple si difende con la necessità di preservare l’integrità della
piattaforma. Ma il sospetto degli osservatori è che il costruttore sia in
realtà preoccupato di controllare il mercato dei cloni per impedire un
attacco diretto alla propria quota di mercato. Secondo Motorola (altro
clonatore autorizzato), sarebbero in corso trattative per rendere meno
arbitrario il meccanismo di certificazione, magari anche diminuendone il
peso finanziario. Il nuovo MacOs, ancora non pronto, girerà per esempio co
n
la PwerPc Reference Platform, che consente di usare componenti e tecnologie
alternative, oltre ad agevolare l’uso di componenti standard tanto per i
Mac quanto per i pc Intel.

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