Una tassa su email e sms? Una sola risposta: no.
Bastano veramente poche parole per rispondere alle voci che arrivano da
Bruxelles riguardanti l’ennesimo gabello che l’Unione Europea sta inventando,
quello sugli sms e le e-mail.
Pare che sia allo studio, su proposta di
un membro del Ppe, Alain Lamassoure, l’idea di tassare con 1,5 centesimi e con
0.00001 centesimi di euro, rispettivamente, gli Sms e i messaggi di posta
elettronica, inviati nella Ue.
Le poche parole che servono per
rispondere, in realtà è meglio che si limitino a una sola: no.
E basta.
Si, perché quelle altre poche sarebbero erroneamente scambiate come
irriconoscenti o irriverenti del mandato che riveste chicchessia si faccia
promotore di un progetto di legge così liberticida.
Invece, senza andare
troppo a fondo delle patenti incongruenze, sarebbero le sole atte a dimostrare
che se la comunicazione la si lega a doppio filo alle tasche dell’individuo
(ricordiamo che il concetto di tassa equivale a quello di permesso: cioè, tu
paghi e io, ente, ti concedo il diritto di fare una cosa), si firma la condanna
a morte della libertà d’espressione.