Poche e semplici le applicazioni mobile in azienda

Uno studio del Politecnico di Milano fa il punto della situazione in Italia: solo 31 i casi individuati e si tratta quasi sempre di investimenti contenuti. Eppure, i risultati sono molto positivi.

13 gennaio 2003 Quello del mobile business è uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi tempi, ma sotto il fumo sembra esserci davvero poco arrosto. Almeno per ora, perché, secondo quanto hanno scoperto i ricercatori del Politecnico di Milano, che hanno con cura censito tutte le applicazioni finora realizzate in ambito aziendale, i costi sono bassi e i risultati positivi: il che fa ben sperare per il futuro.

I casi analizzati

La ricerca, dal titolo mobile Internet 2003, si è focalizzata sulle applicazioni mobili in senso stretto, ovvero quelle basate su palmari e cellulari e con un impatto sui processi aziendali: restano fuori, dunque, quelle semplici di e-mail e agenda, quelle basate sui pc portatili, le Wireless Lan e le applicazioni machine-to-machine. 31 i casi identificati, di cui 19 quelli già operativi; perlopiù di tratta di automazione della forza vendita, ovvero acquisizione e trasmissione di ordini, e raccolta dati sul punto vendita, per esempio la rilevazione dei prodotti e del loro posizionamento sullo scaffale o il controllo dei prezzi. Altri casi riguardano invece, la “field force automation”: per la gestione degli interventi tecnici su impianti sparsi sul territorio; per l’organizzazione delle consegne di una flotta di camioncini; per l’accesso a informazioni durante interventi di assistenza tecnologica.

L’utilizzo è offline

Curiosamente, quasi tutte le applicazioni basate sul palmare, il terminale più usato per l’automazione della forza vendita, vengono utilizzate in modalità offline, in modo da garantire il funzionamento anche in luoghi a scarsa copertura della rete cellulare. In effetti, la tempestività delle informazioni non risulta essere una variabile critica e si preferisce un aggiornamento dei dati con periodiche connessioni. Non sempre, poi, lo scambio dei dati avviene sulla rete cellulare: capita, per esempio, che ques’ultima venga utilizzata per inviare più volte al giorno gli ordini acquisiti presso i clienti al sistema centrale, mentre la rete fissa, o la Lan aziendale, è utilizzata una volta al giorno per l’aggiornamento degli archivi. La ragione di fondo, evidenziano i ricercatori, è che la rete cellulare costa ancora troppo.

Le scelte tecnologiche

I palmari usati più di frequente sono quelli di Palm e Compaq/Hp, i quali, come noto, alloggiano sistemi operativi diversi (Palm Os e Pocket Pc); in altri casi è presente, invece, la piattaforma Linux. E’ una scelta, questa, che dipende prevalentemente dal tipo di applicazione in uso. I programmi, in generale, sono molto semplici e leggeri, data la scarsa disponibilità di risorse messa a disposizione dai palmari, soprattutto quelli Pocket Pc (questo perchè il solo kernel del sistema operativo occupa fino a 8 Mb). Sia che vengano realizzate ad hoc sia che siano adattamenti di programmi esistenti, le applicazioni sono di tipo client standard (e non Web-based) e scritte in linguaggi tradizionali, tipo C, C++ o VisualBasic. Come già osservato, si tratta in realtà di programmi che girano in locale e si collegano solo successivamente alla rete.

Risultati positivi

Il giudizio complessivo sulle applicazioni in uso è positivo: malgrado gli investimenti siano contenuti e le installazioni semplici, si nota una maggiore efficienza dei processi, a causa dell’aumento della produttività del lavoro e della riduzione degli errori. Alcune aziende anche evidenziato una riduzione nel tempo di ciclo del processo e un effetto diretto sui ricavi.

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