Pmi: Federmoda, difendere la qualità dei prodotti manifatturieri dell’Ue

a cura di Euroreporter.eu

“Credo sia di grande urgenza un impegno straordinario  per l’adozione di  misure e politiche più integrate e coordinate capaci di  contrastare la crisi economica che attanaglia ormai molti comparti del sistema produttivo ed industriale europeo, tenendo conto che le scelte o le non scelte hanno costi rilevantissimi per un sistema diffuso di PMI, un sistema che mantenga la coesione sociale ancora diffusa in Europa”.

E’ l’appello lanciato da Luigi Rossi, presidente di Federmoda, la sezione della Cna specializzata nel settore manifatturiero. Rossi è intervenuto nel corso del seminario “European SMEs in the 21st century – A world of opportunity (Allowing European SMEs to take advantage of the global market)” organizzato a Bruxelles dal Cese, il comitato economico e sociale europeo.

L’iniziativa ha cercato di far luce su quelle che sono le difficoltà incontrate dalle piccole e medie imprese nell’accesso al mercato globale. Federmoda, associazione che rappresenta una delle roccaforti del tessuto imprenditoriale italiano, chiede di concentrare gli sforzi verso una valorizzazione dei sistemi  delle garanzie e della patrimonializzazione delle reti dei consorzi fidi a livello europeo.

Obiettivo che impone la costituzione di una “cabina di regia europea” nella gestione del credito e  un rafforzamento della consultazione permanente con gli organismi dell’Unione e la BEI per garantire un ottimale utilizzo delle risorse.

Il settore manifatturiero richiede inoltre una lettura più ambiziosa dello Small business act promuovendolo così a fulcro di nuova strategia a lungo termine dell’UE a favore degli investimenti, della crescita e dell’occupazione.Vi sono settori ‘virtuosi’ come il tessile abbigliamento calzature che ha raggiunto l’obiettivo dell’agenda di Lisbona per l’impiego di manodopera femminile che costituisce la maggioranze degli addetti con il 62%. 

Federmoda crede nella qualità dei manufatti che rappresenta e chiede all’Unione europea di far rispettare le regole del mercato internazionale dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), “molto spesso disattese in entrata in Europa”, aggiunge Rossi, “mentre siamo attentissimi a quanto da noi esportato, vedi anche l’esempio delle norme Reach, giuste e doverose per il rispetto del territorio, delle popolazioni, ma a quanto arriva alle nostre frontiere non viene richiesto quanto detto”.

La strategia di lungo periodo è il rilancio di un settore che languisce a causa della crisi ma che potrebbe riprendere slancio anche grazie ad una serie di iniziative volte a proteggere la salubrità delle produzioni e quindi il rispetto delle norme verso i consumatori del mercato europeo.Nell’elenco dei nemici delle Pmi tornano i problemi di sempre, lo spettro della crisi.

Rossi rilancia l’idea di una “Task Force europea  permanente per la gestione ed il monitoraggio della crisi e l’avvio di un sistema di consultazione rafforzato con le organizzazioni rappresentative delle PMI” e di politiche volte a  ripristinare la fiducia nella società e tra gli operatori economici,  a riorientare ed accelerare la capacità di spesa delle politiche di coesione economica e sociale dell’UE prioritariamente in favore delle PMI incluse le “economie e servizi di prossimità”; a far rispettare le direttive europee sui  ritardi nei termini di pagamento in ambito pubblico e privato. 

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