Plumtree vede il portale come fulcro delle architetture Soa

L’accordo con Fuego ha permesso alla società di integrare nel framework un server di Bpm. Per legare e costruire processi.

Gartner sostiene che il 70% dei processi aziendali è già mappato in applicazioni esistenti, tra Erp, Crm e via dicendo. Il 30%, dunque, è ancora scoperto, creando interruzioni nel flusso funzionale tra le applicazioni. È, qui, secondo Plumtree, che può inserirsi proficuamente il compito di un portale evoluto. "Il portale può diventare il framework omogeneizzante dell’esistente e, in più, mediante strumenti di Business process management, può consentire nuovi sviluppi – ci ha spiegato Paolo Restagno, country manager di Plumtree Italia -. Come orchestratori di processi, i tool di Bpm permettono di utilizzare ciò che si ha e di agganciarlo su un processo già disegnato, o di sviluppare ex novo la parte di processo mancante".


È la logica delle applicazioni composite, quella che descrive Plumtree, nuovo paradigma che può rendere lo sviluppo applicativo flessibile e a basso costo, perché gran parte di quello di cui si ha bisogno esiste già. In altre parole, è la logica delle architetture Soa, dove a regnare è proprio il processo.


"Per essere in grado di offrire un’architettura orientata ai servizi, ci devono essere 3 livelli – ha proseguito il manager -. Uno strato di astrazione che permetta di integrare l’esistente; servizi che permettano di sviluppare le cosiddette reach application, con ricerca, collaboration, content management, strumenti di reportistica, process management. Sopra, si posiziona il framework che compone l’applicazione, dà un layout omogeneo, autentica l’utente e personalizza la fruizione. In questo modo, il portale ha tutti gli elementi per porsi come il vero gateway dell’azienda".


Già da alcuni anni Plumtree dispone di un’architettura in grado di offrire questo insieme di funzionalità grazie, in primo luogo, alla riscrittura dell’architettura Enterprise Web Suite in chiave Web services, portata avanti nel 2001. L’ultimo tassello dell’offerta, quel Bpm in grado di "legare" i fussi di processo, è stato integrato di recente mediante un’alleanza tecnologica con uno specialista. "Disponevamo già di una soluzione di workflow – ha spiegato Restagno – ma è stata avvertita l’esigenza di dotarsi di uno strumento di Bpm molto più sofisticato. A tale scopo è stata avviata una partnership Oem con Fuego, un player americano con sede a Dallas. L’accordo prevede che il prodotto di Bpm di Fuego sia rivenduto come uno dei moduli di Plumtree, dotando il nostro framework degli elementi per il disegno del processo, con workflow anche molto complessi, e per la creazione di portlet che comporranno la nuova applicazione. Il nostro server di collaboration è integrato nel contesto, per creare processi collaborativi".


Con l’aggiunta del process server, Plumtree sembra aver "chiuso il cerchio" del framework che lega e integra in ottica Soa l’ecosistema delle applicazioni e del back end aziendali. Parallelamente, è cambiato il nome della proposizione d’offerta, che ora è Integrated Activity Management (Iam), a sottolineare maggiormente la capacità di integrazione orizzontale e verticale.

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