Pirateria: per Assoprovider usati due pesi e due misure

A tutta velocità contro la pirateria mentre le Pmi delle telecomunicazioni sono soggette a vessazioni borboniche?

Per Assoprovider sessanta giorni sono un po’ pochi per discutere di pirateria. Per questo ha inviato una lettera aperta a Mauro Masi, Coordinatore del Comitato Tecnico Contro la Pirateria digitale e multimediale, chiedendo un’audizione.


“Mentre nel resto del mondo le major iniziano a fare marcia indietro sulla lotta indiscriminata al fenomeno della pirateria digitale e multimediale comprendendo la scarsa utilità di una simile strategia e cercando di rispondere in modo innovativo al bisogno di cultura che alimenta tale fenomeno – è la premessa -, in Italia c’è il concreto rischio di violare i diritti fondamentali dei cittadini e di arrecare seri danni ad altre categorie pur di tutelare gli interessi di un ristretto gruppo e per giunta senza aver ascoltato il mondo della cultura digitale che tanto avrebbe da suggerire e chiudendo i lavori in fretta e furia in soli 60 giorni.


E’ straordinario constatare come per risolvere i problemi di alcuni ci si muova a tutta velocità mentre per tutelare le Pmi delle Tlc e liberarle da vessazioni borboniche quali i contributi amministrativi che impediscono la diffusione di infrastrutture e di servizi di telecomunicazioni a banda larga per gli Isp, quali il Dm314 e il “patentino installatori” anacronistico e inapplicabile ai nostri giorni senza bloccare l’informatizzazione del paese, quali la necessità di avere 1 milione di euro di capitale sociale per poter essere gestore di Posta Elettronica Certificata, non si faccia nulla da anni nonostante le misure proposte possano incrementare le entrate dello Stato e vadano a correggere norme che sembrano avere la sola utilità di mantenere inalterate le posizioni di oligopolio conquistate. Misteri del liberismo italiano due pesi due misure”.


Di seguito il testo della lettera.








Egregio Professore,


il mondo della cultura digitale italiana negli ultimi mesi ha assistito da spettatore all’istituzione prima e all’insediamento poi del comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale da Lei coordinato, apprendendo, peraltro, della Sua intenzione di concludere i lavori di tale Comitato entro sessanta giorni.


La brevità di tale intervallo di tempo in relazione alla complessità delle questioni sottese alla regolamentazione della materia nella quale il Suo Comitato è chiamato ad elaborare proposte e soluzioni costituisce, come comprenderà, un elemento di grande preoccupazione per le associazioni di categoria, gli addetti ai lavori ed i consumatori ed utenti di contenuti culturali digitali.


Infatti, come riteniamo Le sia noto, il tema della pirateria digitale e multimediale costituisce solo un aspetto – rectius una patologia – della più ampia materia relativa alla circolazione dei prodotti culturali in formato digitale, alla loro accessibilità per via telematica ed alla necessaria attività di promozione della creatività e, più in generale, dello sviluppo culturale del Paese cui Governo ed Istituzioni non possono sottrarsi.


Una regolamentazione utile ed efficace di tale materia ha, a nostro avviso, per presupposti indefettibili, studi ed analisi – indipendenti e con metodo scientifico – circa le cause, gli effetti e le dimensioni del fenomeno della pirateria digitale e multimediale nonché sulle conseguenze dell’adozione di eventuali misure sanzionatorie e di enforcement dei diritti di proprietà intellettuale anche in relazione all’Ordinamento europeo ed ai trattati e accordi internazionali cui il nostro Paese ha aderito.


E’ a tutti evidente l’inidoneità dell’attuale quadro normativo – non solo in materia di diritto d’autore – a disciplinare il fenomeno della circolazione dei contenuti digitali in ambito telematico così come, di conseguenza, l’esigenza di procedere a delineare un contesto legislativo idoneo a tutelare i diritti e gli interessi dei creatori di opere dell’ingegno fruibili in formato digitale e, ad un tempo, quelli degli utenti e fruitori delle medesime opere che, peraltro, le nuove tecnologie abilitano a trasformarsi, essi stessi, in autori e creatori di ulteriori opere attraverso un virtuoso processo di moltiplicazione del patrimonio culturale globale.


Tale situazione, tuttavia, non può e non deve spingere il Parlamento ed il Governo a commettere – come già accaduto in passato – l’errore di varare nuove misure antipirateria esclusivamente in una logica di emergenza e senza un’analisi preventiva basata sull’impatto della norma sullo sviluppo del mercato e, in generale, sulla società.


Il contrasto alle diverse forme di illecita messa a disposizione di contenuti nelle reti digitali necessita di risposte equilibrate e basate anche sulla contestuale adozione di incentivi e misure di ampio spettro per favorire la creazione di un’offerta legale di contenuti digitali secondo modelli trasparenti e flessibili, offerta che rappresenta uno dei più efficaci strumenti per disincentivare l’accesso ai contenuti senza il consenso dei titolari dei diritti.


In questa prospettiva soluzioni e principi enucleati nel disegno di legge pubblicato in Rete nei giorni scorsi ed attribuito alla SIAE – che ne ha, tuttavia, poi smentito la paternità – non risultano condivisibili ed appaiono insuscettibili di garantire in modo efficace lo sviluppo e la promozione della cultura digitale nel nostro Paese, risultando, al contrario, idonee ad ostacolarla.


Alla luce di tali considerazioni, i firmatari della presente, Le chiedono:


(a) di voler rappresentare al Governo l’esigenza di modificare tempi e modalità di lavoro del Comitato tecnico antipirateria trasformandolo in un tavolo aperto sul più generale tema della circolazione dei prodotti culturali digitali per via telematica;


(b) di invitare a partecipare a tale tavolo, per l’intera durata dei lavori, i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei consumatori, il mondo dell’impresa, gli addetti ai lavori ed esperti della materia;


(c) di commissionare ad enti ed istituti di ricerca super partes i citati studi sulle cause, gli effetti e le dimensioni del fenomeno della pirateria digitale e multimediale nonché sulle conseguenze che eventuali misure di enforcement potrebbero produrre sul terreno, ad esempio, della libertà di manifestazione del pensiero a mezzo Internet o, piuttosto, dell’esercizio, da parte dei cittadini, dei propri fondamentali diritti civili e politici per via telematica;


(d) di coinvolgere nel processo di studio ed elaborazione di possibili soluzioni normative gli esperti che hanno sin qui presieduto il comitato permanente per il diritto d’autore nonché l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni e quella Garante per la privacy ed il trattamento dei dati personali;


(e) di pubblicare su piattaforma aperta tutti i documenti prodotti nel corso dei lavori del comitato, dando così opportuna trasparenza alla sua attività che concerne una materia di ampio interesse per cittadini ed imprese.


E’ ferma convinzione dei firmatari della presente che, solo per questa via, il Governo, il Parlamento e le Istituzioni tutte possano dimostrare di avere effettivamente compreso che la Cultura – soprattutto nella Società dell’informazione – costituisce il più prezioso tra i beni comuni e che, pertanto, la sua promozione e la circolazione dei prodotti culturali costituiscono diritti insopprimibili dei cittadini.


Distinti saluti,


Giorgio Sebastiano
Mauro Vergari
Adiconsum


Paolo Nuti
AIIP


Marco Pierani
Altroconsumo


Michele Ficara Manganelli
Assodigitale


Dino Bortolotto
Assoprovider


Leonardo Chiariglione
Stefano Quintarelli
Dmin.it


Enzo Mazza
FIMI


Marco Pancini
Google Italia


Stefano Trumpy
Isoc Italia


Guido Scorza
Istituto per le politiche dell’innovazione


Roberto Scano
IWA ITALY – International Webmasters Association Italia


Juan Carlos de Martin
Centro NEXA su Internet & Società – Politecnico di Torino


Pier Luigi Dal Pino
Microsoft


Vittorio Bertola
NNSquad Italia


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