PIPA-SOPA: Il Web si oscura per protesta

A macchia d’olio si allarga la protesta contro i due disegni di legge statunitensi che con l’obiettivo di tutelare il diritto d’autore rischiano di porre serie limitazioni alla libertà di espressione su Internet.

Ultima, in ordine di tempo, ad annunciare con una nota la sua adesione alla protesta è Mozilla, che ha reso noto l’oscuramento per 12 ore dei suoi siti mozilla.org e mozilla.com.
Per il resto, è tutto un proliferare di forme dissenso nei confronti di SOPA (“Stop Online Piracy Act “) e di PIPA (Protect Ip Act), i due disegni di legge statunitensi che si pongono l’obiettivo di tutelare in diritto d’autore a tutti i costi” e che minacciano di tradursi in forme estreme di censura del Web.

Molto seguite le discussioni sui social network, in particolare via Twitter con gli hashtag #SOPAblackout, #SOPAstrike, #SOPA, #PIPASOPA, mentre i siti, popolari o meno, scelgono l’auto-oscuramento.

Wikipedia. Come avevamo anticipato ieri, ha scelto non solo di oscurare la propria homepage anche in Italia, ma di chiarire con un comunicato anche agli utenti del nostro Paese le ragioni della protesta.
”Nessuno di noi è favorevole alla pirateria online” è il messaggio che nella sostanza viene ripetuto nei messaggi di adesione, ma né PIPA né SOPA sono gli strumenti migliori per tutelare la proprietà intellettuale.
Chiediamo però, si legge sul sito di Wikipedia, ” che la lotta alla pirateria venga condotta con strumenti equi e responsabili, che non impediscano il lavoro o la semplice esistenza di quelle realtà che, sul web, operano per produrre opere culturali che siano accessibili e condivisibili da tutti e verso tutti. Riteniamo, condividendo in questo le opinioni della Wikimedia Foundation, diCreative Commons, della Electronic Frontier Foundation e di molte altre associazioni del web libero e OpenSource, che le leggi SOPA e PIPA proposte negli Stati Uniti impongano limitazioni inaccettabili alla libertà di Internet, limitazioni che, nate con l’obiettivo di combattere la pirateria, di fatto renderebbero impossibili il nostro lavoro”.

Dal canto suo Google, che pure non ha scelto la forma dell’oscuramento, rilancia con un appello il cui titolo non lascia adito a dubbi: ”Stop Piracy Not Liberty” e l’invito è a sottoscrivere una petizione per convincere il Congresso a non approvare i due disegni di legge.

Analoghi appelli si moltiplicano in rete, con elenchi esaustivi dei motivi per cui le due proposte risulterebbero in una violazione. E in tutti i casi, costante è la raccolta di firme per fare pressione sui membri del Senato e del Congresso.

Aggiornamento: Google ha deciso di rallentare l’azione dei crawler del suo motore di ricerca. L’obiettivo è quello di aiutare tutti quei siti web che stanno aderendo alla protesta contro le normative SOPA e PIPA in via d’approvazione negli Stati Uniti. Mettendo in “stand by” i suoi “crawler” Google eviterà che i siti web che si stanno “autocensurando” possano essere in qualche modo penalizzati nelle SERP.

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