Pillole di strategie

Molte altre sono le società che, in base ai loro ambiti di competenza, ci hanno risposto sulle mosse che le aziende dovrebbero fare, in fatto di investimenti Ict, per ottenere concreti miglioramenti e un apprezzabile Roi. Ecco alcuni spunti. Andrea Val …

Molte altre sono le società che, in base ai loro ambiti di competenza, ci hanno risposto sulle mosse che le aziende dovrebbero fare, in fatto di investimenti Ict, per ottenere concreti miglioramenti e un apprezzabile Roi. Ecco alcuni spunti.

Andrea Valle, senior Business Development manager di Adobe Systems, suggerisce di puntare su soluzioni all’avanguardia basate su concetti chiave quali collaboration e dematerializzazione. «Infatti, l’utilizzo di tecnologie che permettono di digitalizzare dati e informazioni e di operare da qualsiasi luogo, con facilità di accesso e in totale sicurezza, sfruttando la rete, garantiscono un aumento della produttività quotidiana». Consiglia inoltre, alle aziende l’utilizzo di servizi e soluzioni in modalità Saas, per meglio soddisfare le esigenze di business.

Enrico Tantussi, direttore generale di Econocom, consiglia di valutare «soluzioni alternative di approvvigionamento della tecnologia, quali quella del noleggio operativo, al fine di poter diluire il pagamento degli apparati Ict su un arco temporale di 24/48 mesi e beneficiare di servizi addizionali mirati all’ottimizzazione del parco Ict».

Anche Nicola Barbi, executive director and Business Development di Ecs International, nel ribadire che la tecnologia più innovativa su cui puntare è la virtualizzazione, che però «per avere successo deve essere allineata alla strategia e agli obiettivi aziendali», consiglia la locazione operativa degli asset It, un servizio tecnologico che migliora i processi interni ed esterni e l’efficienza dell’infrastruttura.

Ancora sulla virtualizzazione si concentra il consiglio di Andrea Ghislandi, direttore generale di Di.Gi. International, che però va approcciata in modo corretto. Inoltre ogni azienda dovrebbe dotarsi di strumenti metodologici e gestionali come Itil, Six Sigma e Cobit.

Pure per Giuseppe Magni, direttore marketing di Fujitsu Technology Solutions, le aziende dovranno cercare di ottimizzare le architetture che già hanno e utilizzare strumenti che sappiano rispondere alla sfida della virtualizzazione. Nello specifico, cita la propria soluzione ServerView Resource Coordinator Ve, un tool che consente la creazione di infrastrutture dinamiche, partendo da server fisici e virtuali situati all’interno di data center e cloud computing. Ma per semplificare, la società si assume anche la gestione del data center, con un servizio a canone.

Pure Carlo Marchini, responsabile divisione Enterprise di Google suggerisce di puntare su soluzioni in modalità cloud computing, in quanto consentono di ridurre enormemente i costi fissi, esternalizzando applicazioni e dati sui server dei provider. «In questo modo – sottolinea – non c’è più bisogno di preoccuparsi di aggiornare le applicazioni, incrementare le risorse storage, implementare costosi sistemi duplicati per la business continuity di applicazioni mission critical come la posta aziendale».

Il futuro si gioca sicuramente sulla spinta tecnologica, osserva Adriano Zuradelli, marketing manager di Kyocera Mita, ma per attivare questo processo è necessario un vero e proprio cambiamento culturale, basato sulla comprensione che l’investimento in It non è più una scelta ma una necessità. «L’energia, il riciclo, l’ottimizzazione dei processi per la salvaguardia ambientale e delle risorse naturali – afferma – saranno gli aspetti su cui le aziende dovranno puntare».

Antonio Lupo, direttore marketing di NetApp, pone l’accento sulla necessità di aumentare l’efficienza delle risorse storage. «Per esempio si possono ottenere ottimi risultati con la deduplica, il thin provisioning e lo snapshot associati alla virtualizzazione». E poi conviene puntare sempre più alla gestione dell’informazione, cuore pulsante dell’azienda, anziché alla gestione del semplice dato.

Gianni Anguilletti, country sales manager di Red Hat, si dice convinto che le tecnologie open source siano in grado di fornire risposte concrete alla contraddizione che si trovano ad affrontare i responsabili dei sistemi informativi, ai quali viene regolarmente chiesto di erogare servizi sempre più efficienti, puntuali, affidabili e a supporto delle iniziative dell’azienda, ma con investimenti di risorse finanziarie e umane sempre minori. Naturalmente è necessario il coinvolgimento di società competenti nell’implementazione e integrazione delle applicazioni open source.

Business intelligence e performance management sono gli strumenti su cui devono concentrasi le aziende, secondo Matteo Losi, sales advisor manager di Sap, in quanto permettono di migliorare la visibilità sull’andamento del business e sugli indicatori di performance: in definitiva puntare su strumenti che consentono di correggere la strategia prevedendone le conseguenze e gli effetti sulle attività operative dell’azienda. La formula offerta da Sap si chiama Best-Run Now, un pacchetto che contiene una combinazione di software, servizi e offerte di finanziamento che accelerano il time to value e offrono strumenti efficaci per fronteggiare le sfide del mercato.

Per Francesco Consolati, Business Development manager Financial Intelligence di Sas, le aziende devono investire su soluzioni e servizi in grado di supportare le attività che portano un saving sui costi o un incremento della profittabilità.

A favore del fronte open source anche Corrado Sterpetti, Application Software Sales leader South Europe di Sun, che ribadisce come in questo contesto un elemento innovatore può essere rappresentato da tutte le tematiche legate al cloud computing.

Il consiglio di Giancarlo Marengo, country manager di Symantec è quello di puntare a ottimizzare e razionalizzare l’infrastruttura esistente piuttosto che ampliarla con nuovi e più massicci investimenti che oggi non sono più possibili. Anche lo storage si presta a diversi interventi di razionalizzazione.

Federico Leproux, direttore generale di Team System, semplicemente invita le aziende a puntare su tutti quegli investimenti che consentono di avere un controllo più puntuale e permettono performance e consequence management più rigorosi.

Secondo Massimo Peselli, country leader Verizon Business, le aziende devono focalizzarsi su tre aree chiave: potenziare l’infrastruttura It per massimizzarne il potenziale, migliorare le soluzioni di collaborazione per aiutare i dipendenti a lavorare in modo più semplice e garantire un ambiente sicuro per proteggere l’integrità dei dati. Quindi puntare su virtualizzazione, Saas, comunicazioni unificate su Ip e sicurezza dei dati.

Dario Regazzoni, systems engineer manager di Vmware non poteva che riportare l’accento sulla necessità di introdurre tecnologie di virtualizzazione, in quanto permette di abbassare drasticamente i costi It, sia in termini di Capex che Opex, rendendo l’It flessibile e in grado di allinearsi alle esigenze di business in tempi molto rapidi. «Si può provare applicandola a un servizio o a un ambito specifico, verificandone la convenienza economica e la fattibilità operativa prima di estenderla a servizi business o mission critical».

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