Piacentini: Prime, sviluppatori e servizi al centro delle strategie di Amazon

A colloquio con Diego Piacentini, senior vice president e general manager International, Martin Angioni, country manager della filiale italiana, e Alessio Santarelli, responsabile Kindle Content per l’Italia, a margine degli annunci dei nuovi dispositivi Amazon.

Poche ore dopo l’annuncio di Jeff Bezos, che negli Stati Uniti ha presentato nuovi tablet ed ereader di Amazon, a Milano c’erano tutti: Diego Piacentini, senior vice president e general manager International, Martin Angioni, country manager della filiale italiana, e Alessio Santarelli, responsabile Kindle Content per l’Italia.
C’erano perché l’arrivo dei tablet e di un nuovo lettore sul mercato italiano coincidono con l’apertura, se pure in forma ufficiosa, degli uffici milanesi della società.
Uffici collocati in ampi spazi alle spalle della Stazione Centrale di Milano e destinati a ospitare, come dichiara Angioni “un centinaio di persone al momento dell’entrata in operatività”, sottintendendo un futuro ampliamento dello staff.

Protagonisti dell’incontro erano naturalmente i nuovi dispositivi annunciati e quel complesso ecosistema di device, contenuti e servizi che rappresenta il cuore della strategia di Amazon, declinati, naturalmente, con un occhio di riguardo all’Italia.
“Nel nostro Paese – dichiara Santarelli – siamo ancora al giorno zero, anche se va riconosciuto che l’ebook non è più un fenomeno. Le vendite di libri sono aumentate in modo iperbolico e ci aspettiamo che il Natale di quest’anno rappresenti un ulteriore punto di svolta”.
Al momento, secondo Santarelli, particolarmente interessante è il fenomeno che si innesca con la promozione del “Libro del Giorno”: “La dinamica è interessante. Innanzi tutto, è evidente che il pubblico si lascia guidare dalle promozioni e che le promozioni piacciono: basta consultare le classifiche di vendita nelle settimane che seguono una promozione. È poi evidente che tra gli editori sia nata una forte competizione per partecipare al Day Deal. La scelta, in questo caso, tiene conto di molteplici fattori che vanno dal gradimento del pubblico alla proposta di nuovi generi e autori. Ci siamo resi conto che per molti lettori il Day Deal rappresenta davvero l’occasione per entrare in contatto con autori mai letti in precedenza o con generi letterati non ancora esplorati. Per questo facciamo molta attenzione a che non ritornino in promozione gli stessi autori o gli stessi titoli”.
Per quanto riguarda invece i nuovi dispositivi, due tablet e un ereader, che stanno arrivando rappresentano secondo Santarelli un volano importante, “soprattutto perché contribuiscono a creare un’offerta composita”, nella quale diventa fondamentale il concetto di ecosistema.
“Quando Amazon parla di ecosistema, parla del risultato di una strategia costruita in quindici anni di attività e che anche in Italia si sta traducendo, al di là del dispositivo, nel lavoro sul customer service da un lato e sui contenuti dall’altro. Oggi il nostro lavoro è portare quanti più contenuti sul sistema”.
Libri e Apps già ci sono – la sezione dedicata è stata aperta anche in Italia nei giorni scorsi -, “per la musica si parla di un milione di canzoni, mentre la sezione Video verrà inaugurata prossimamente con un canale dedicato”.

Sviluppatori e Prime
Tocca poi a Diego Piacentini riportare il discorso su una visione di respiro più ampio.
E lo fa partendo proprio dalle applicazioni, perché è anche spiegando il rapporto che Amazon ha con gli sviluppatori che emerge l’essenza reale dell’ecosistema di cui tanto si parla.
“La nostra storia con gli sviluppatori nasce da Aws (Amazon Web Services) e nel tempo la nostra relazione si è semplicemente estesa a nuovi ambiti”.

Estesa al punto che, secondo il manager, gli sviluppatori rappresentano la quarta comunità dell’ecosistema Amazon, dopo il cliente finale, i venditori e gli utenti dei suoi Web services.
Non ci sono iniziative locali specifiche per gli sviluppatori, “anche perché quello dello sviluppo non è più un mondo locale e oggi i tool di sviluppo consentono di lavorare già in modalità multilingue. Piuttosto vengono organizzati eventi specifici per loro, così come è nostra cura tenere la barra sufficientemente alta perché ogni applicazione sia sufficientemente solida”.
Del discorso di Jeff Bezos la sera prima, Piacentini mette in evidenza il focus sui servizi, sottolineando che sostenere, come ha fatto il Ceo, che Amazon vuole guadagnare quando si usano i suoi dispositivi non quando vengono acquistati, vuol dire spostare la logica del profitto dal dispositivo al servizio.

E prosegue: “Dopo quello di Apple, molti altri tablet sono arrivati sul mercato. Ma come vengono utilizzati? Noi all’ecosistema chiuso di Apple abbiamo aggiunto tuo due “pillar”: una offerta di servizi, per i quali abbiamo esperienza decennale, più ampia e il nostro essere anche editori, con i servizi di netpublishing e selfpublishing”.
Fondamentale, secondo Piacentini, è l’integrazione del dispositivo all’interno del servizio Prime.
“In questo modo all’utente che aderisce a Prime viene progressivamente allargato il ventaglio dei servizi disponibili. È una leva importante in termini di fidelizzazione per chi sceglie la formula dell’abbonamento ed è un elemento chiave di quel percorso di “amazonification” citato nella sua presentazione da Jeff Bezos”.
Gradualmente, ed è questo un messaggio importante anche per l’Italia, questa modalità di abbonamento verrà resa disponibile in tutti i Paesi in cui la società è presente.

Multipiattaforma
Un ulteriore elemento che Piacentini tiene a sottolineare è la possibilità di fruire dei contenuti Amazon anche su dispositivi diversi da quelli di Amazon.
Più che interoperabilità, è corretto parlare di contenuti fruibili in modalità multipiattaforma e quanto la formula funzioni “è dimostrato dal fatto che il 20 per cento dei lettori Kindle non possiede un Kindle.

Rispetto agli annunci della sera precedente, il manager è ben consapevole che nelle settimane precedenti i rumor in rete si erano sbizzarriti su una gamma ancor più ampia di dispositivi, fino a includere anche gli smartphone.
E sorride.
“Amazon è abituata a ragionare sempre sul lungo periodo. Questo significa che alcune decisioni di breve termine possono non essere capire. E mi rendo conto che non sia semplice. Non lo è nemmeno all’interno, quando il messaggio è che bisogna sacrificare l’earning per share in nome di una strategia di ampio respiro. Eppure i risultati stanno dalla nostra parte. Fino al 2007 questa azienda l’hardware non sapeva nemmeno cosa fosse”.

A conclusione del nostro incontro, portiamo Piacentini di nuovo sulle tematiche di casa nostra, cercando di capire qual è la visione e quali sono le strategie che Amazon ha per il mercato education italiano.
“Prima delle leggi, è necessario un forte lavoro verso gli editori”, risponde. Poi riconosce: “Fare manualistica in ebook non è lo stesso che realizzare il formato elettronico di un romanzo. I tablet e le App saranno estremamente importanti in questo percorso, così come sarà importante diffondere il più possibile la base installata di dispositivi. Però, lo devo dire, lavorare nel mondo education è per noi un obiettivo molto importante, ma non prioritario nel breve periodo”.

1 COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome