Phoenix fa del Bios il guardiano del pc

La società propone un ambiente protetto dal Bios, battezzato Cme, per permettere un’attivazione anticipata delle applicazioni, prima del caricamento del sistema operativo.

26 febbraio 2003 Phoenix propone un ambiente protetto dal Bios, battezzato Cme (Core managed environnement). L’obiettivo di inserire, in un uno spazio di storage separato dall’hard disk, un insieme di applicazioni (come i software di diagnostica o di recupero dei dati) che potranno essere attivate dal Bios, prima del caricamento del sistema operativo. In caso di guasto di Windows su un pc, si potrà premere il bottone “Panico” per attivare, da parte del Bios, gli strumenti per tentare la risoluzione del problema e cercare di ripristinare il sistema partendo da un’immagine memorizzata sul disco. Inserendo i dati in una zona dell’hard disk completamente invisibile al sistema operativo il Cme è, in teoria, protetto dai virus, da hacker o errori di manipolazione. La soluzione di Phoenix dovrebbe permettere ai costruttori di ridurre i loro costi di servizio post-vendita (rendendo inutile chiamare l’assistenza o rinviare la macchina), ma anche di personalizzare le proprie offerte includendo delle applicazioni specifiche dell’ambiente Cme. Standard figura la famiglia di software Phoenix FirstWare (diagnostica, ripristino del sistema, collegamento a Internet). E l’editore di software antivirus McAfee dovrebbe proporre, con tutta probabilità, applicazioni per Cme. Phoenix propone versioni di Cme per desktop pc, portabili, server, server dedicati e dispositivi industriali. L’ambiente di Phoenix ha ricevuto il sostegno di Amd, National Semiconductor, Transmeta, Samsung e Legend. Attualmente, Cme non è ancora stato adottato da nessun costruttore, inoltre non si inscrive nelle specifiche del Tcpa (Trusted Computing Platform Alliance) di cui fa parte Phoenix, diversamente dal Bios del suo concorrente Ami.

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