Pezzi

Atto di contrizione, per un’It sempre più devoluta al futile.

A sentire le parole di Francesco De Gregori spese attorno al suo nuovo
lavoro, Pezzi (“la politica? Nulla, la crisi energetica? Non so, l’Iraq? Non
ho una ricetta
“), vengono in mente quelle di De André, altro grande
cantautore, che nel mezzo dei suoi ultimi concerti, diceva alla gente che gli
chiedeva una ricetta, una soluzione, una chiave di lettura “non chiedetemi
niente. Io non so niente. L’unica cosa che riesco, forse, a fare, è donare
qualche emozione. Ma mi fermo veramente li
“.
Cantatutori, poeti, uomini
confusi, quindi, anche se nella piena maturità della loro carriera.
O,
forse, per nulla confusi e, invece, sicuri.
Sicuri che non si può capire,
scopo modificare, nulla.
Mentre, invece, si può raccontare.
Meglio
accontentarsi, come dice De Gregori, dei frammenti che abbiamo sotto gli occhi e
di prenderli per quelli che sono.
Si può raccontare, allora,
dell’incertezza.
Modesta e provocatoria opinione: fa parte ormai del tempo
che fu il ricorrere continuamente allo specchio dei rapporti sullo stato
dell’It.
E non per paura di cadere in una sindrome di Dorian Gray.
Cosa
ti può dire di nuovo e di significante un esame, un’analisi dello stato di un
settore, che continua a dirti che si investe poco e si spende, essenzialmente,
per cose ritenute futili, come la telefonia e l’intrattenimento?
Alla faccia
della futilità, invece: questa è sostanza.
Da queste parti non siamo per
nulla calvinisti e tantomeno scintoisti.
Magari siamo fatalisti e pure
atavicamente.
E se abbiamo uno slancio, lo riserviamo all’intimo pensiero,
alla soddisfazione del partecipare sì alla societas, ma facendolo a modo nostro
e non perché un dogma ce lo impone.
Anche se crediamo di venire dalla fucina
del più gran dogmatismo: in realtà sono venti secoli che facciamo la faccia
bella davanti e dietro ci comportiamo come meglio crediamo.
Si spende di più
in cazzate, diciamolo pure.
Ma lo abbiamo sempre fatto.
Dove sta la
novità?
Per coerenza, allora, non dovremmo accettare i pianti greci degli
analisti che, peraltro, per spiegarci che dobbiamo contrirci prendono dei bei
soldi.
Di chiesa, con tutto il rispetto, ne basta una.
O se vogliamo
dire qualcosa di chiaro, diciamo, ma in tre righe, che l’economia nazionale è
oramai in pensione, perché fatta da Pmi che quarant’anni fa investivano per
costruire e che ora si godono i frutti di quello che hanno creato, finché
l’albero li offre.
E per non piangere ci tiriamo su con una telefonatina.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome