Performance ottimizzate con lo storage “in griglia”

Network Appliance capitalizza il frutto dell’acquisizione di Spinnaker Networks, completata il mese scorso, e presenta il nuovo approccio di gestione delle risorse di memorizzazione con l’obiettivo di organizzare i dati in un unico file system logico.

Network Appliance fa propria la filosofia dello storage grid. E lo fa mettendo a frutto le tecnologie di Spinnaker Networks, società rilevata nei mesi scorsi, da sempre attiva nell’High performance computing.


“Nel data center di oggi – ha precisato Ronald Bianchini, vice presidente e general manager Scalable Systems and Gateways di NetApp, nonché ex fondatore, Ceo e presidente della società rilevata – lo storage è molto frammentato. L’idea alla base della filosofia del grid è di combinare e mettere a fattor comune tutte le risorse sparpagliate nell’infrastruttura informativa di un’impresa o di un data center, per ottimizzare le performance e semplificare la gestione”.


La tecnologia di Spinnaker, battezzata Global Namespace, prevede la creazione di un layer intermedio di virtualizzazione degli asset di memorizzazione, in virtù dell’attribuzione di un unico server name all’architettura storage. In pratica, quindi, i dati sono organizzati in un unico file system logico, che ne favorisce la gestibilità. Nel name space dei server, infatti, sono incluse tutte le informazioni relative alla macchina stessa e ai file che vi risiedono. La tecnologia di Spinnaker permette di avere un unico name space per tutti i server utilizzati in azienda, in questo modo, l’accesso alle informazioni sui file e i server sarà possibile da un’unica “porta”.

La gestione delle risorse condivise e ottimizzate


In pratica, l’architettura SpinServer (come schematizzato nella figura in basso) è basata sul concetto del cluster, ovvero di un compendio di sistemi collegati attraverso una rete Ip.


Ciascun sistema potrà contenere uno o molteplici pool storage. Quest’ultimo è rappresentato da una collezione di Lun (Logical unit number) Scsi, concatenate tra loro in modo da ottimizzare le performance sul singolo array o blocco di dischi. Ciascuno storage pool, poi, contiene uno o più Virtual file system (Vfs). Questi sono insiemi di directory (tree), a loro volta costituiti da directory e subdirectory e dai file associati. Anziché considerare tutti gli array di blocchi, un Vfs contiene un solo file, che riassume tutte le informazioni che rimandano ai blocchi di file, directory e metadati immagazzinati al suo interno.


I dati contenuti nel Vfs possono risiedere su ciascun subset di blocchi dello storage pool. In questo modo, quando un file è cancellato da un Vfs, i suoi blocchi sono automaticamente “liberati” per tutto il pool di storage; parimenti, quando un file è creato o modificato, uno qualsiasi dei blocchi del pool potrà essere allocato a uno qualsiasi dei Vfs. Un cluster SpinServer espone all’amministratore un singolo global file system, accorpando in un unico insieme di directory i diversi Vfs, semplificando la vista dell’architettura da gestire.

Ambienti di lavoro di tipo data intensive


La tecnologia in questione permette di gestire tutte le architetture, San e Nas, ovvero file e blocchi, utilizzando un contenitore di dati virtuale che consente di bilanciare i carichi di lavoro tra le diverse appliance o server, senza che si renda necessario alcun intervento manuale.


Parimenti, anche la scalabilità dei sistemi risulta migliorata da SpinServer, che permette di raggiungere e superare i petabyte di dati immagazzinati e di incrementare le performance, in modo lineare, a fronte dell’aggiunta di nodi al cluster, con il limite fisico dei 512 server.


Allo stesso modo, la riconfigurazione ed espansione dello storage, così come la migrazione dei dati, risulta trasparente all’utente, che avrà una vista unica di tutte le risorse di memorizzazione. Questa tipologia di architetture permette una più stretta integrazione con i database e le applicazioni di classe enterprise, consentendo una gestione delle risorse basata sulle policy e ponendo le basi di una strategia completa di Information lifecycle management (Ilm).


Ovviamente, questo tipo di soluzione ben si presta a essere introdotto in aziende che necessitano di processare grosse moli di dati, in ambienti distribuiti, e nei data center, facendo propri i principi dell’High performance computing e applicandoli allo storage. Secondo quanto dichiarato dal manager, la tecnologia SpinServer continuerà a essere venduta col marchio originario negli ambienti Hpc, mentre sul fronte della memorizzazione sarà accorpata all’interno dell’offerta di Network Appliance.


“La roadmap che abbiamo stilato prevede che, già tra settembre e ottobre di quest’anno, le soluzioni delle due società abbiano un hardware comune, mentre nel 2005 saranno integrati anche i protocolli di storage e computing ad alte prestazioni – ha concluso Bianchini -. L’attività e l’organizzazione di ricerca e sviluppo delle due realtà verrà, infatti, fusa, e i 65 ingegneri di Spinnaker verranno assimilati alla struttura di R&D di Network Appliance”.

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