Un solo secondo di ritardo nella risposta di un sito Internet equivale alla perdita dell’11% in termini di pagine visitate, del 16% di customer satisfaction e del 7% di conversione verso l’acquisto. Ma in pochi si curano di monitorare le prestazioni dei propri siti Web.
Ormai è noto. Anche senza che i dati di Aberdeen Group ricordino che un solo secondo di ritardo nella risposta di un sito Internet equivale alla perdita dell’11% in termini di pagine visitate, del 16% di customer satisfaction e del 7% di conversione verso l’acquisto, il monitoring del proprio URL ai fini di business dovrebbe apparire, ai più, scontato.
Non è, però, così.
A dirlo sono i risultati di una ricerca indipendente commissionata da Borland e condotta da Vanson Bourne coinvolgendo 590 IT decision maker di aziende dotate di mainframe e con oltre 500 dipendenti attive in diversi settori industriali in Inghilterra, Francia, Germania, Stati Uniti, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong e Singapore.
Di questi, ben il 32% afferma di non monitorare, o di non sapere se il proprio sito aziendale sia monitorato o meno 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana.
In aggiunta a ciò, un altro 26% ammette di non essere a conoscenza dei tempi di risposta dei propri siti aziendali, spesso di prima generazione e risalenti alla metà degli anni novanta, in relazione anche a operazioni molto critiche, come acquisti e transazioni online e la possibilità di recupero dei dati degli utenti registrati.
A conferma di quanto riportato per conto della società di proprietà di Micro Focus, il 25% delle realtà che operano nei media/intrattenimento ammette di avere scarse informazioni rispetto a transazioni da e-commerce di grandi dimensioni seguite, maniera ancora più preoccupante, da realtà del retail (24%) e impegnate in servizi finanziari (23%).
Così, se il quadro portato all’attenzione da Vanson Bourne dipinge uno scenario in cui il 72% degli intervistati evidenzia di non essere tempestivamente informato riguardo alle problematiche del proprio sito e ben l’80% si dice non sempre in grado di risolvere quelle che si verificano online prima che arrivino al cliente, quando si parla di applicazioni Web da mobile la situazione peggiora ulteriormente.
A quanto pare, infatti, il 34% dei responsabili dei sistemi informativi interpellati non considera i tempi di upload del sito da dispositivi mobili e il 36% non effettua controlli sulla velocità delle applicazioni da mobile.
Come se non bastasse, pur consapevoli nel 79% dei casi dell’eventualità di picchi nel traffico Web provocati, ad esempio, da promozioni in particolari periodi dell’anno, il 44% dei CIO non mette in atto simulazioni di performance del sito o attività di testing.
Sotto la lente, ancora una volta, la mancanza di comunicazione tra marketing e reparto IT a conferma della quale, l’indagine evidenzia come il 73% dei rispondenti non sarebbe a conoscenza di specifiche attività di lancio di promozioni marketing prima che esse avvengano e, conseguentemente, non possa pianificarle per garantire migliori prestazioni del sito.