Per l’innovazione serve un patto tra Pa e privato

Dal convegno Ravenna It Day, pensato per promuovere la città come polo della ricerca e dello sviluppo, arriva l’invito ad avviare una collaborazione più proficua tra Pubblica amministrazione e aziende. Serve un tavolo permanente di confronto per coordinare le iniziative.

L’idea è di Andrea Farina "padre" di ItWay e oggi anche di un evento che assomiglia non solo nel nome alla sua società: Ravenna It Day. E non è un caso che ad aprire i lavori ci sia un "finanziario" come Giovanni Landi, amministratore delegato di Nextra, vale a dire un investitore istituzionale che qualche anno fa ha creduto nelle idee di Farina e ha investito in ItWay. Sul tema dell’innovazione, Landi dice chiaro e tondo che il mondo finanziario è alla ricerca di nuove realtà come ItWay, che le risorse per aiutare gli imprenditori a trasformare le loro idee in realtà ci sono. Cosa manca dunque? "Il contesto – denuncia Landi – un ecosistema di imprese, strutture e servizi che sappia valorizzare il lavoro di chi investe sul nuovo". Ed è con questa denuncia che si arriva al cuore di Ravenna It Day, un evento che, nell’idea di Farina, si deve trasformare in "movimento" per fare di Ravenna un centro di eccellenza tecnologica. "Un luogo – afferma l’imprenditore – in cui si respiri un clima positivo verso l’innovazione". E per mettere in moto questa macchina occorre aprire un tavolo di confronto sul "chi fa cosa" e sul ruolo di tutti gli attori. Pubblici e privati.


In "rappresentanza" del sistema dell’offerta, il vice president south Europe di Oracle, Mario Bonzano, ha tenuto a sottolineare che sul tema della ricerca l’Italia non deve illudersi: "I grandi produttori hanno il loro "cuore" altrove e per sostenere l’innovazione si deve nutrire un ecosistema di imprese locali che dispongano degli strumenti per capire le tecnologie e per modellarle sulle esigenze di utenti che sono a loro volta locali". Il compito dell’innovazione spetta, dunque, soprattutto a Var, software house, produttori locali. Realtà che non creano prodotti o tecnologie, ma soluzioni. Rincara la dose Matteo Mille, direttore marketing strategico di Finsiel, sottolineando come per le imprese italiane ci sia spazio oggi "solo per una innovazione di processo. Perché nell’innovazione di base servono risorse, tecnologie e investimenti che non sono più alla portata delle nostre realtà". Ma attenzione, quando si parla di innovazione di processo non si parla di un campionato di serie "B". Ne è ben convinto un "campione" della gestione dei "processi" come Paolo Cederle, amministratore delegato di I-Faber, che accetta di essere presentato come un "sopravvissuto" della "bolla speculativa" di Internet ma che rivendica i risultati concreti di questa innovazione: "I-Faber vuol dire e-procurement che funziona, significa 2.800 gare d’acquisto con un saving netto di 130 milioni di euro per le imprese che hanno partecipato". E visto che 130 milioni di euro non sono noccioline, la prima sintesi che si deve trarre è che bisogna imparare innanzitutto a misurare l’innovazione per farne conoscere i risultati.

Costruire nuove infrastrutture


Ma non basta. Per "respirare un clima positivo" come dice Farina, serve anche una sponda "politica" e serve un impegno vero e pianificato nella costruzione di nuove infrastrutture. Non a caso all’It Day c’era Duccio Campagnoli, vice governatore della Regione Emilia Romagna, che per parlare del futuro è partito dal passato remoto e ha tirato in "ballo" Emilio Lepido. "Sulle sponde di quella straordinaria "infrastruttura" che è la via Emilia – ha affermato – è nata e cresciuta una delle regioni economicamente più ricche del Mondo. Oggi la sfida si rinnova con Lepida". Il progetto, che richiama non solo nel nome quella sfida, ha come obiettivo la creazione della Rete Regionale della Pubblica amministrazione.


"Non ci siamo fatti mancare niente – osserva il vice governatore che non a caso è anche assessore al piano telematico – abbiamo pianificato un uso intensivo delle nuove tecnologie e per questo puntiamo a una cablatura basata al 90% su fibra ottica, che sfrutterà anche i collegamenti satellitari per raggiungere le aree più periferiche". È la dimostrazione che la politica si muove. Ma non mancano, purtroppo, esempi in cui la politica tarda a dare risposte. È l’analisi di un politico, Bruno Baldini, vice presidente della Provincia di Ravenna che ricorda come su 1.300 laureati in tutta l’area, solo 350 abbiano trovato lavoro. Troppo pochi per pensare di mettere in moto un sistema che faccia innovazione. Un invito esplicito alle imprese a fare di più.

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