Per l’elettronica italiana l’ossigeno arriva dall’export

Primi segnali di ripresa dopo un pessimo 2009; l’energia è l’unico settore che ha resistito ai mesi più difficili della recessione, secondo i dati Confindustria Anie

Ripartono dai mercati esteri le imprese italiane dell’elettronica e dell’elettrotecnica. Come evidenziano gli ultimi dati di Confindustria Anie (la federazione nazionale che riunisce le aziende di questo settore), i primi otto mesi del 2010 hanno visto crescere l’export tra il 12 e il 19% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Considerando agosto, le vendite all’estero hanno segnato un +25% per l’elettrotecnica e addirittura un +46% per l’elettronica, in confronto allo stesso mese del 2009. Sono i primi segnali incoraggianti dopo un 2009 vissuto costantemente con i conti in rosso, come conseguenza della recessione economica a livello internazionale.

Quasi tredici milioni di euro in fumo nel 2009
Rimane la tegola del mercato interno, troppo debole per il continuo rinvio degli investimenti in nuove infrastrutture. Per quanto riguarda le vendite in Italia, l’industria elettrotecnica ha perso quasi due milioni e mezzo di euro dal 2008 al 2009 (-7,9%), mentre quella dell’elettronica ha bruciato oltre cinque milioni (-17%). Le imprese dell’Anie, in totale, hanno lasciato sul campo quasi otto milioni di euro in un anno (-12,5%) per il ristagno della domanda interna.

Il settore più in crisi dell’elettrotecnica è la produzione di cavi, che nel 2009 è precipitato del 30% rispetto al 2008 (-500mila euro il fatturato totale realizzato nei nostri confini). In forte calo anche le tecnologie per la distribuzione dell’energia (-23,7%) e quelle per l’illuminazione (-17,5%). Nell’industria elettronica, invece, il settore maggiormente penalizzato è l’automazione/misura (-27,9%), seguito dai componenti elettronici (-21%). Le tecnologie per la produzione dell’energia, grazie soprattutto ai generosi incentivi per il fotovoltaico, sono le uniche in crescita nel 2009 (+9,6% sul 2008), oltre a quelle per i trasporti ferroviari (+5%).

Anche l’export ha patito nel 2009, con una diminuzione delle vendite che ha sfiorato il -17% (elettrotecnica -14,5%, elettronica -22,7%). Oltre quattro milioni e mezzo di euro sono andati in fumo in un solo anno; la cifra sale così a quasi tredici milioni sommando le perdite sul mercato interno. Gli unici settori in controtendenza, anche nel caso dell’export, sono quelli dell’energia, con incrementi del 13/23% soprattutto nella filiera delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, confermando il traino dell’economia verde nel creare nuovi posti di lavoro e opportunità d’investimento.

Osservando i dati sulla produzione industriale, si nota una risalita di circa il 10% nei primi sei mesi del 2010 per l’intero comparto (elettronica/elettrotecnica), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il ribasso del 2009 si è mantenuto tra -11 e -29% secondo i vari settori. Le aziende hanno sfruttato i loro impianti al 65% delle loro potenzialità, contro una media ben più elevata (80%) nel decennio 1998-2008.

Nuovi mercati
Nonostante le difficoltà del 2009, le nostre imprese hanno continuato a investire in ricerca e sviluppo: oltre due miliardi di euro, pari al 4% del fatturato complessivo (+8,8% in confronto ai ricavi destinati all’innovazione dei prodotti nel 2008). L’industria elettronica/elettrotecnica, inoltre, ha cercato di ampliare i suoi mercati di riferimento, con nuove nicchie di prodotto e partner commerciali all’estero, senza limitarsi alle tradizionali misure anti crisi (riduzione dei costi e del personale, riorganizzazione interna, cassa integrazione).

«È dai mercati esteri che si confermano segnali di ripresa per l’industria elettrotecnica ed elettronica», afferma il presidente di Confindustria Anie, Guidalberto Guidi. «I dati dell’export sulla prima parte del 2010, fotografano le opportunità colte a 360 gradi dai settori Confindustria Anie, sia in aree di sbocco tradizionali sia in mercati innovativi e considerati fino a poco tempo fa di difficile accesso». Guidi ha citato il bacino del Mediterraneo, con Paesi come l’Egitto, dove ci sono interessanti progetti per nuove infrastrutture (tra cui quelle energetiche). Tra gennaio/maggio 2010, l’export italiano è aumentato soprattutto verso l’America settentrionale (+23% rispetto allo stesso periodo del 2009), l’Oceania (+16%) e l’Europa dell’Est (+15%), diminuendo invece verso i Paesi africani e quelli dell’Asia centrale.

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