Per le industrie lombarde il 2011 inizia bene ma non troppo

La produzione è cresciuta poco rispetto all’ultimo trimestre 2010 e del 7,5% in confronto all’apertura dello scorso anno (Unioncamere). Molte incertezze sulle conseguenze delle crisi in atto in Giappone e Medio Oriente

A piccoli passi, continua a crescere la produzione industriale lombarda. Lo conferma l’ultima rilevazione trimestrale di Unioncamere su circa 1.500 aziende con almeno dieci addetti: il 2011 ha visto finora consolidarsi l’economia manifatturiera della regione, nonostante l’incertezza con cui devono confrontarsi moltissimi imprenditori. Su base annua, il primo trimestre dell’anno ha segnato un +7,5% nella produzione, rispetto allo stesso periodo del 2010; ma la progressione è assai più contenuta in confronto al trimestre precedente (+0,5%).

Assestamento in corso
Si tratta quindi di un “assestamento” come ha spiegato il presidente di Unioncamere Lombardia, Francesco Bettoni, ricordando che l’indice della produzione industriale è risalito a quota 99 (cento è il riferimento base del 2005), però ancora lontano dal quasi 109 raggiunto all’inizio del 2008. Nel paragone tra il primo trimestre 2010 e il primo del 2011, sono soltanto due i settori in affanno: i minerali non metalliferi (-1,2%) e il legno-mobilio (-0,2%). I maggiori incrementi si sono registrati nei mezzi di trasporto (+12,4%), nella siderurgia e nella meccanica, con un +10% abbondante per entrambi. Sempre guardando alle differenze da un anno all’altro, si nota che il fatturato è salito del 10% nei primi tre mesi del 2011, con gli ordini esteri in aumento del 4,3% e quelli interni in leggera diminuzione (-1,2%). Tornando, invece, al confronto con l’ultimo trimestre 2010, il fatturato complessivo è riuscito a difendersi (+1,3%) per quanto l’export sia rimasto assolutamente piatto e gli ordini interni siano calati di quasi il tre per cento. La quota del fatturato estero, evidenzia l’indagine Unioncamere, si è mantenuta su buoni livelli: 36,2% del totale. Il mercato del lavoro è stato piuttosto fiacco; l’occupazione è cresciuta di pochissimo (+0,2%) nel primo trimestre 2011, mentre il 19% circa delle imprese ha utilizzato la Cassa integrazione.

Il peso del Giappone e del Medio Oriente
Che cosa si aspettano gli imprenditori per i prossimi mesi? Innanzi tutto, Unioncamere segnala che per metà del campione c’è stato un forte incremento del livello produttivo nei primi mesi del 2011 (per il 50,4% degli intervistati, un paio di punti percentuali in meno rispetto all’ultimo trimestre 2010). Sommando le imprese che hanno registrato aumenti minimi della produzione, l’area in territorio positivo sfiora così il 60% del totale; di converso, sono anche di più le aziende che hanno subito forti contrazioni dei livelli produttivi, arrivando al 22,2% del totale, quasi due punti percentuali e mezzo in più in confronto alla rilevazione precedente. Secondo le previsioni, dovrebbe esserci una domanda stazionaria con una leggera crescita della produzione e dell’occupazione. Ma l’incertezza sul futuro dominerà sicuramente l’industria manifatturiera lombarda; come ha spiegato Massimo Guagnini di Prometeia, è molto difficile stimare le possibili conseguenze sull’economia regionale della crisi giapponese e di quella che sta investendo il Medio Oriente. Per esempio, se l’export verso il Giappone e gli altri Paesi asiatici calasse del 10%, e del 20% verso il Medio Oriente, il Pil della Lombardia potrebbe diminuire dello 0,6% tra 2011 e 2012. Un impatto consistente, considerando che le previsioni originarie sul Pil regionale indicano un +1,5% per entrambi questi anni.

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