Per l’Anie il 2005 anno nero dell’It

Dopo il calo di 13 punti del 2004 è arrivata un’altra diminuzione del mercato del 20%

La domanda interna tiene (+5%), ma sono soprattutto le esportazioni (+9,1%) a
permettere il saldo positivo del settore dell’elettronica di consumo. Le cifre
dell’Anie, la Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed
elettroniche, disegano un quadro leggermente positivo per l’elettronica di
consumo che a fine 2005 cresce dell’1,8%. La crescita dell’export è stata però
bilanciata dalle importazioni salite del 6,3% che hanno portato 2,2 miliardi di
euro il disavanzo del comparto.



Il consuntivo dell’Anie segnala la
crescita

sostenuta del segmento video (televisori a schermo piatto, Lcd e plasma), mentre poitivi sono stati anche i risultati dell’audio portatile digitale e dei ricevitori per il digitale terrestre (segnalati però in caduta libera nel 2006).
Per quanto riguarda l’anno in corso la federazione non prevede significativi scostamenti rispetto al 2005. La domanda interna sarà trainata da prodotti di fascia alta e i volumi acquistati dovrebbero ampiamente compensare le flessioni dei prezzi unitari.
Pesante invece la situazione dell’It che secondo Anie
registra un calo del 20% dopo i 13 punti persi nel 2004.




Le esportazioni sono risultate
sostanzialmente

stabili sui livelli dell’anno precedente, mentre le importazioni sono cresciute del 16,9% usufruendo del traino di una domanda interna in rispesa del 2,5%.

La crescita maggiore è
stata registrata dai pc in ambito consumer. Sul segmento business, in
particolare per le piccole imprese, gli investimenti nell’hardware continuano a
mostrarsi più deboli di quelli delle realtà medio-grandi. Di poco stimolo per la
crescita del mercato interno, sottolinea il rapporto dell’Anie, si è mostrata la
domanda della Pubblica amministrazione. Le prospettive indicano il permanere di
una situazione difficile anche se la domanda interna dovrebbe continuare a
crescere provocando però l’aumento delle importazioni che nel 2005 hanno
sfiorato l’80% del mercato.

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