Per la prima volta in Italia lo European Tech Tour

L’iniziativa prende il nome di Italian Tech Tour si propone di mettere in contatto imprese start up alla ricerca di investimenti con i rappresentanti di venture capital, business angel, banche d’affari.

19 giugno 2003 Arriva per la prima volta in Italia l’European Tech Tour, un evento che si propone di far incontrare nuove aziende o imprese che fanno innovazione con società specializzate in investimenti nell’high tech sia nel campo dell’It che del biotech.

Nata nel 1998 su un’idea di Sven Lingjaerde, venture capital svizzero, l’iniziativa ha già realizzato meeting tour in vari paesi europei offrendo a molti imprenditori la possibilità di trovare investitori interessati alle loro imprese e offrendo nel contempo ai rappresentanti del venture capital di disporre di una selezionatissima vetrina di imprese ad alto contenuto di innovazione.
La filosofia dell’European Tech Tour è efficacemente riassunta dal suo fondatore e presidente Lingjaerde: «nel corso del mio lavoro di venture capital mi trovavo spessissimo a rispondere a colleghi del capital risk o a top manager dell’area merger & acquisition di grandi imprese che cercavano informazioni e idee su imprese sulle quali investire. Richieste che crescevano continuamente a dimostrazione dell’interesse crescente del capitale di rischio nei confronti dell’innovazione europea. Le informazioni di base erano però ancora destrutturate, basate su contatti personali. Validissime informazioni ma limitate. Fu lì che nacque l’idea dell’European Tech Tour costituito da un gruppo di esperti, imprenditori, venture capital, analisti che si occupano di effettuare la selezione delle aziende più interessanti e più innovative di ciascun Paese e di una struttura organizzativa che per due giorni permette a queste aziende di presentarsi a un gruppo anch’esso estremamente selezionato di operatori finanziari specializzati nel capitale di rischio. L’obiettivo? Facilitare l’accesso al venture capital per le aziende che puntano sull’innovazione e facilitare la scelta delle aziende sulle quali investire per i venture capital, i merger & acquisition manager, i business angel europei».

L’evento, che in Italia assumerà la denominazione di Italian Tech Tour, ha visto al lavoro gli advisor del nostro Paese che in quattro mesi hanno selezionato 250 aziende. Poi è iniziata una severa selezione che come ci spiega Roberto Italia, presidente dell’Italian Tech Tour: «è basata essenzialmente sui criteri che guidano le scelte di un venture capital: ci deve essere una idea innovativa, l’idea deve essere ben protetta (copyright e brevetti), ci deve essere una management credibile capace non solo di fare innovazione, ma anche di trasformare l’idea in attività produttive e commerciali e ci deve essere un business model convincente. Superata questa prima selezione si passa a esaminare le aziende più convincenti in considerazione anche delle logiche di mercato nelle quale intendono operare e del sistema di relazioni di cui dispongono».

Delle 250 imprese candidate 26 hanno superato tutti gli esami e parteciperanno al Tech Tour vale a dire che si metteranno in “viaggio”. Dal punto di vista geografico si muoveranno da Milano a Venezia, ma dal punto di vista delle relazioni il loro top management avrà la possibilità di presentare aziende e idee a un gruppo selezionato di delegati di imprese di investimento nel campo dell’alta tecnologia, gruppo costituito da venture capital, business angel, ma anche da rappresentanti dei settori merger & acquisition di importanti nomi dell’It e delle Tlc e da rappresentanti di banche d’affari specializzati nel settore dell’alta tecnologia.
Giuseppe Diomelli, fondatore e presidente di Cdc nonché membro dell’advisory board di Tech Tour ha contribuito alle fasi di selezione delle aziende segnalando imprese innovative. «Oggi più che mai è necessario essere ottimisti – ha dichiarato -. Nel nostro Paese ci sono realtà che fanno innovazione, ma che faticano a trovare le risorse necessarie per dare una dimensione industriale al loro business e per fare lo start up». Con questa iniziativa sarà possibile offrire una possibilità in più a coloro che non trovano nelle rigidità del sistema bancario quelle possibilità per costituire una impresa.

Mark De Simone di Cisco ha tenuto a ricordare che anche i grandi nomi dell’It, del software e del networking sono attivi nelle attività di financing di nuove imprese. «Cisco investe 3.3 miliardi di dollari in Ricerca e Sviluppo all’anno – tiene a precisare – ed è poi impegnatissimo in una ricca serie di attività di scouting e di merger and acquisition su aziende che fanno innovazione. Noi siamo tra i primi a guardare con grande attenzione a chi fa innovazione».

La formula che sta lla base del venture capital e del Tech Tour in generale è riassunta da Giacomo Marini della Cir Venture: «L’Italia come sappiamo è il Paese delle piccole e delle medie imprese. Il venture capital in un certo qual modo rappresenta un invito a guardare in grande a darsi grandi obiettivi. Con il venture capital un imprenditore parte dal presupposto che se la sua idea avrà successo sarà proprietario di una piccola fetta di una torta molto grossa. Molto spesso si preferisce suddividere il rischio con i soci limitando le opportunità di sviluppo al fine di essere, in caso di successo, proprietari di una fetta grande ma di una torta più piccola».

Nel passato era una scelta quasi obbligata visto che il venture capital in Italia ha faticato e sta ncora faticando molto a mettere radici. Roberto Italia ci tiene poi a precisare che «il Tech Tour non è una vetrina di idee ma un punto di incontro di realtà imprenditoriali che già sono operative sul mercato, che già hanno dimostrato di funzionare e che desiderano fare un salto di qualità e pertanto hanno bisogno di cospicui investimenti. Le 26 aziende selezionate hanno fatturato complessivamente nel 2002 138 milioni di Euro e hanno dato lavoro a 175 persone».

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