Per la “condivisione” del parco macchine

A guardarsi bene intorno, nel tessuto imprenditoriale nostrano esistono, poi, una serie di iniziative all’interno delle quali la proposta di un buon fornitore di tecnologia potrebbe fruttare. Il servizio di car sharing, il cui circuito nazionale in Ita …

A guardarsi bene intorno, nel tessuto imprenditoriale nostrano esistono, poi, una serie di iniziative all’interno delle quali la proposta di un buon fornitore di tecnologia potrebbe fruttare. Il servizio di car sharing, il cui circuito nazionale in Italia si muove sotto l’ombrello del ministero dell’Ambiente, è uno di questi. Ne sa qualcosa, Milano Car Sharing, realtà con tre dipendenti e quattro collaboratori, che ha fatto dell’autonoleggio self service il proprio core business.

Come ci spiega Francesco Coppa, responsabile amministrativo della società: «Siamo attivi con questo servizio dal 2001, quando abbiamo aderito al primo progetto realizzato sul territorio nazionale e nato all’interno di Legambiente Lombardia. A questo primo tentativo ha fatto seguito, a fine 2004, l’attuale società che oggi fattura intorno ai 500mila euro ed è in crescita. Il servizio, oltre a Milano e hinterland, si è esteso anche a Rimini e provincia. Nel giugno dello scorso anno abbiamo aderito al servizio Icr (Iniziativa car sharing) adottando la tecnologia scelta dal ministero, il cui bando è stato vinto dalla Trs (Tecnologie reti e sistemi) di Roma».

Quello di cui parla Coppa è un sistema hardware e software per la gestione del parco macchine collegato a un servizio attraverso il quale viene comunicato l’utilizzo della singola autovettura (in base alla prenotazione, ai chilometri percorsi, ai consumi e altro).
«In questo modo – afferma Coppa – è possibile curare l’intero iter che va dalla prenotazione dell’auto al suo utilizzo tramite una tessere elettronica che riconosce il cliente e ne attribuisce il chilometraggio e le ore di utilizzo. La somma delle due voci fornisce il computo totale di ciò che il cliente deve pagare».

Entrando, poi, a progetto iniziato e con un proprio parco clienti ben avviato, Milano Car Sharing ha fatto da tester per il nuovo computer di bordo, «ora con schermo touch screen e funzioni innovative rispetto a quelle di cinque anni fa». Più problematica, invece, la trasmissione dei dati fra i computer di bordo e i server di Telecom Italia dislocati a Rozzano (Mi). «Un intoppo – spiega il nostro interlocutore – che in alcuni casi ha reso difficile la prenotazione del veicolo e il suo prelievo presso la sede. Ora per Mod (questo il nome del sistema in uso) la fase di prova si è più o meno conclusa e ci stiamo avvicinando a un servizio ottimale che va a sostituire la compilazione a mano in uso prima».

Fino a qui, però, le tecnologie che è possibile mettersi in casa in autonomia sono davvero pochine, anche se il loro acquisto può beneficiare degli incentivi che lo Stato mette a disposizione di chi vince il bando ed entra a far parte del circuito di Car Sharing Italia. «Anche il sistema di fatturazione del servizio è soggetto alla scelta del consorzio – conferma Coppa -. Quest’ultimo fa da tramite fra i dati estratti dal Mod, li importa, li elabora, e li trasmette in termini di fatture sui singoli programmi gestionali per ottenere la contabilizzazione finale». Ed è in questa fase che si può inserire l’offering di altri interlocutori. Interlocutori che, nel caso di Milano Car Sharing, nel 2004 si chiamavano Aquila di Finson per poi passare, alla fine del 2005, a e/2Ready di Esa Software, «un sistema che rispondeva alle nostre esigenze per una gestione maggiormente corretta della contabilità e più semplice da utilizzare» afferma il responsabile amministrativo.

A spaventare di più questo genere di interlocutori, sarà bene ricordarlo, è «il complicato passaggio fra i diversi sistemi gestionali e le nuove cose da imparare». Meglio puntare, allora sul servizio: «Siamo stati approcciati dal partner di Esa via mail, con la proposta di partecipare a un incontro allargato sul tema dell’applicativo che ci interessava. Una volta scelto – conclude Coppa – l’implementazione del software ha richiesto meno di un mese e siamo stati seguiti da tre persone. In futuro, per quanto riguarda l’invio delle fatture e del materiale pubblicitario legato al nostro servizio, abbiamo in mente di valutare servizi come quello offerto da Postel, ma ben vengano altre proposte per automatizzare i servizi, specie da fornitori in grado di interpretare i bisogni di realtà che, come la nostra, operano in città profondamente diverse fra loro».

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