Per gli imprenditori, 80 euro non bastano a ridurre la pressione fiscale

Per la quasi totalità degli imprenditori del terziario (il 96,7%) il bonus di 80 euro non è una misura sufficiente per la riduzione della pressione fiscale. Mentre l’86,9% ritiene che l’intervento sul cuneo fiscale, escludendo il costo del lavoro dei dipendenti a tempo indeterminato dall’Irap, non basta per far calare le tasse sulle imprese.

È quanto emerge dall‘Osservatorio mensile Confcommercio-Format sulle imprese del terziario, in cui si sottolinea che il 22,5% degli imprenditori del settore vorrebbe ulteriori interventi sull’Irap, escludendo anche il costo dei lavoratori a tempo determinato. Il 77,5% ritiene che questa misura non vada incontro alle esigenze delle piccole imprese senza dipendenti.

Per quanto riguarda invece l’ipotesi governativa di introduzione di un’unica imposta locale, la cosiddetta ”local tax”, il 40,8% preferisce l’accorpamento di Imu e Tasi (in prevalenza sono imprese del commercio e dei servizi, di piccole dimensioni, del Centro e del Sud Italia), il 33% indica l’accorpamento di Imu, Tasi, Tosap e l’ imposta di pubblicità (soprattutto imprese del turismo e dei servizi, di piccole dimensioni) e il 26,2% sceglie l’ accorpamento di Imu, Tasi e Tari (sono in prevalenza imprese del commercio e dei servizi, di medie e grandi dimensioni, del Nord Ovest).

 

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