Per Bertoldi il blog fa parte del business

Lo studio di consulenza per le Pmi ha avviato un dialogo diretto con i clienti

Sul loro sito si parla di gioia e di pensiero positivo, di intelligenza emotiva e di amicizia. Visioni che si sposano con una forte concretezza, i piedi ben piantati per terra e nel web. Il sito è www.bertoldieassociati.it, ci si collega e si viene proiettati nel mondo di questa piccola società romana di consulenza nata nel 2006 per iniziativa di Alessandro Bertoldi e di sua moglie Ana Alvarez.

A loro, si sono poi aggiunte persone provenienti da varie esperienze manageriali. La società fa consulenza con una peculiarità, come sottolinea Bertoldi: “Ci proponiamo come unico partner per le Pmi, per tutto quel che riguarda le aree risorse umane, strategica e finanziaria, web maketing”. Poteva mancare un blog? Certamente no. Il blog della Bertoldi&Associati si prefigge di stabilire coi clienti un rapporto più stretto di fiducia. Anche qui, però, con una particolarità: ”Per la natura di libero scambio, il blog può diventare un importante strumento di Web marketing”.

Le ragioni, a detta di Bertoldi, sono diverse. Innanzitutto, favorisce l’incontro di domanda e offerta in maniera diversa dal normale scambio equo. “A noi piace definirlo scambio in abbondanza, secondo cui offriamo qualcosa (consigli, informazioni, esperienze) non chiedendo nulla in cambio”. Intanto però la società blogger aumenta la popolarità, consolida il marchio, diventa nel tempo punto di riferimento. In secondo luogo, si possono ottenere consigli su come migliorare un prodotto o un servizio direttamente dal consumatore finale. Infine, può essere strumento per indagini di mercato.

Va da se, che la Bertoldi&A tutto questo lo fa, concretamente. E poi, vuoi mettere i vantaggi. Si pensi alle aziende che effettuano ingenti investimenti per ottenere informazioni da clienti. “Il blog raggiungelo stesso scopo, però a un costo molto inferiore, accompagnato da pratiche non invasive e dalla spontaneità dei commenti che le classiche indagini di mercato non garantiscono”. Ma non è tutto. Bertoldi richiama un altro aspetto positivo: “se costantemente aggiornato con articoli e commenti su notizie di attualità legate al settore di interesse, il blog è molto ben visto dai motori di ricerca”.


A questo punto, Bertoldi alza il tiro e tocca questioni relative ai massimi sistemi. “Il blog consente di diffondere una corretta cultura imprenditoriale e di alleanze, serve da catalizzatore per le persone che hanno obiettivi e valori condivisi”. Una cosa è certa: l’obiettivo della visibilità/notorietà è centrato alla grande, visto che il blog porta a Bertoldi&Associati il 40% dei contatti unici/mese del sito, per un totale di circa 1400 contatti al mese. Il target è rappresentato da imprenditori che cercano un supporto soprattutto nell’ambito della gestione delle risorse umane, i bravi collaboratori, i veri talenti.

“Riceviamo diverse candidature per i nostri clienti da parte di potenziali collaboratori che, leggendo il blog, comprendono che possono aprirsi opportunità professionali”. Bertoldi guarda con interesse all’ingresso del web 2.0 nelle aziende, comprese le reti sociali. “Questi strumenti consentono di ampliare e rendere più solide le relazioni”. Un esempio? “Un cliente ci ha chiesto di realizzare un’applicazione che in quel momento non eravamo in grado di offrire. Bene, attraverso Facebook ho richiesto un supporto ai miei 50 amici, che hanno contattato ognuno i loro 50 amici, e così via. In 24 ore, la mia richiesta ha raggiunto almeno 2500 persone, alla fine ho trovato un partner che realizzerà l’applicazione”.

Cosa pensa della crisi attuale? La risposta di Bertoldi è tranchant: “Pensiamo che la crisi c’è per chi la vuole vedere a tutti i costi”. E snocciola un elenco di clienti che, pur lavorando in settori molto esposti, continuano a investire per far crescere le persone e il business. Insomma, molto dipende dall’atteggiamento che si adotta nell’affrontare la crisi, se subirla o cavalcarla. Una verità racchiusa in due percentuali rivelatrici: se è vero che nei momenti buoni l’80% delle aziende va bene e il 20% va male, è vero anche che nei momenti cattivi l’80% delle aziende va male e il 20% va bene.
“Allora – ribadisce Bertoldi – la crisi esiste per chi la vuole o vede le cose in modo tale da addebitare i suoi scarsi risultati altri. Per altri, per quel famoso 20%, non è così”. In questa ottica, la Bertoldi sta riunendo imprenditori che, pur sentendo la crisi, la aggrediscono anziché subirla, attraverso il club www.clubtop100.it. Nel suo piccolo, un’espressione anche questa di web 2.0.

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