Lanciata ufficialmente a San Francisco la tecnologia che dovrebbe semplificare l’uso di computer e altri dispositivi e che usa Java come proprio fulcro tecnologico. Gia 35 le societ` che ne hanno annunciato l’impelmentazione.
é partita con grande enfasi, il supporto di molti partner e qualche
polemica di contorno l’era di Jini in casa Sun. La tecnologia, pensata per
semplificare la connessione fra dispositivi computerizzati e reti, è stata
annunciata a San Francisco nell’ambito di una manifestazione che ha visto
già 35 aziende pronte ad annunciarne l’implementazione. Fra i nomi di
spicco troviamo Hexlett-Packard, Sony, Seagate, Quantum e Philips. Ciascuno
dovrebbe adattare Jini a vari dispositivi, che vanno dall’informatica in
senso stretto (stampanti, dischi) all’elettronica di consumo (televisori,
lavastoviglie e simili). Qualcuno si è sbilanciato e ha promesso novità
già
entro l’anno (è il caso, ad esempio, di Quantum), anche se, secondo gli
esperti tecnici, il prodotto è ancora ai primi stadi del ciclo di sviluppo
.
Annunciato nel luglio scorso, Jini è un software che dovrebbe, secondo i
piani di Sun, rendere più semplice l’uso di computer e simili, facendo lev
a
sul linguaggio Java. Qualunque dispositivo basato su questa tecnologia
dovrebbe essere in grado di farsi riconoscere automaticamente all’interno
di una rete, la quale può capire di che oggetto si tratti, quali capacit
à
possegga e quali driver siano necessari. Sun ha intenzione di costruire un
modello comunitario per il supporto, con il codice libero per gli
sviluppatori che lavorino nella ricerca o ne facciano uso interno. Per chi
voglia, invece, farne un uso commerciale, occorrerà pagare una royalty per
l’uso del marchio, che potrà essere di 10 cent per unità o di 250mila
dollari l’anno, per linea di prodotto.
Il concetto di rete universale alla quale attaccare differenti dispositivi
elettronici dovrebbe trovare in un primo tempo applicazione nel campo della
tecnologia per uffici e case, fra computer, stampanti, dischi, telefoni,
videocamere o macchine fotografiche digitali. Ma la casa di Scott McNealy
non si nasconde l’ambizione di vederla diffondersi anche a livello di vita
quotidiana, per regolare l’azione degli elettrodomestici, programmare
l’accensione o lo spegnimento delle luci, così come nelle smart card per l
a
propria identità o il prelievo di soldi. Si tratta, in quest’ultimo caso,
di un mercato oggi, forse, ancora un po’ acerbo, ma dopo il 2000 si
potrebbe assistere a sviluppi interessanti.
Jini non nasce in un contesto del tutto tranquillo. Molti sviluppatori,
infatti, hanno espresso malcontento per l’eccessivo impegno richiesto per
Java, a fronte di un’evoluzione troppo lenta e condizionato dalla battaglia
con Microsoft. Quest’ultimo fronte si mostra tutt’oggi particolarmente
caldo, visto che Jini, in teoria, può bypassare l’uso di un sistema
operativo, ma Bill Gates e soci hanno pronto la contromopssa, chiamata
Universal Plug and Play, che costituirà una delle attrazione della prossim
a
manifestazione WinHec (Windows Hardware Engineering Conference), in
programma nel prossimo aprile. Anche Ibm e Lucent stanno lavorando su
tecnologie che hanno l’obiettivo di collegare diversi dispositivi su una
rete. T-Spaces, di Ibm, tuttavia, appare complementare a Jini, poiché si
occupa di far condividere servizi come messaggi, interrogazioni a database
o lavori di stampa.