Il capitolo sull’acquisizione di Warner Bros Discovery si riapre bruscamente. Dopo che – come avevamo ricostruito nel nostro precedente articolo – Netflix aveva raggiunto un accordo da 82,7 miliardi di dollari per acquisire Warner Bros Discovery, Paramount Global sceglie una mossa inattesa: lancia un’offerta pubblica interamente in contanti da 30 dollari per azione. Una proposta ostile, formale, immediatamente eseguibile, che ribalta uno scenario che nelle ultime settimane appariva definito.
Un’offerta che sfida il “deal già deciso” con Netflix
La proposta presentata da Paramount è tecnicamente un’OPA cash rivolta direttamente agli azionisti di Warner Bros Discovery. L’obiettivo è netto: convincere il mercato con liquidità immediata, aggirando qualsiasi accordo preliminare tra Warner e Netflix.
Secondo Paramount, Warner Bros Discovery rappresenta un asset strategico per un consolidamento su larga scala dell’intrattenimento globale. La società sottolinea che l’offerta porta valore immediato agli azionisti e definisce un percorso industriale chiaro. Una dichiarazione che, in filigrana, risponde direttamente alla strategia Netflix, che aveva puntato su una visione più ampia di integrazione creativa e tecnologica.
La contromossa di Paramount: logica finanziaria contro logica industriale
Il vero punto di divergenza sta proprio nella natura delle due operazioni. L’accordo di Netflix, come analizzato nel nostro articolo precedente, aveva un respiro industriale: unificare asset creativi, consolidare franchise, integrare pipeline produttive e rafforzare la distribuzione proprietaria.
L’offerta di Paramount sceglie invece la via della concretezza immediata. Una proposta in contanti può risultare più allettante per un board reduce da anni di volatilità, soprattutto se percepita come una soluzione rapida e senza complessità di integrazione. Resta però evidente la distanza tra le valutazioni complessive: l’OPA Paramount implica un valore significativamente più basso rispetto agli 82,7 miliardi della proposta Netflix.
Quale scenario ora? Una partita che cambia forma
Il risultato di questa contesa è improvvisamente incerto. Paramount obbliga Netflix a decidere se rilanciare, difendere l’accordo già annunciato o ricalibrare l’intera operazione. Al tempo stesso, il board di Warner deve esaminare formalmente l’OPA, anche se già orientato verso Netflix. Le regole di governance impongono infatti di valutare qualsiasi offerta potenzialmente più interessante per struttura o condizioni.
Non è escluso che la pressione generata da questa nuova dinamica apra la porta a ulteriori attori interessati, in un settore dove colossi come Amazon, Apple o Disney osservano con attenzione ogni movimento di consolidamento.
Perché Paramount sceglie di muoversi adesso
Il tempismo non sorprende. Paramount si trova in una fase cruciale della propria riorganizzazione e vede nell’acquisizione di Warner un’occasione per ridefinire la propria posizione competitiva. L’operazione è una scommessa ad alto rischio, ma può ottenere due risultati: conquistare Warner o costringere Netflix a un rilancio oneroso, alterando gli equilibri competitivi.
Un mercato instabile che cambia ancora
Il settore streaming–media vive un momento di tensione strutturale: costi di produzione elevati, margini sotto pressione, saturazione degli abbonati e necessità di economie di scala sempre più ampie. L’esito dello scontro tra Netflix e Paramount non determinerà solo il futuro di Warner Bros Discovery, ma influenzerà le strategie dell’intero comparto.
Le piattaforme stanno entrando in una fase in cui la disponibilità di capitale, la profondità del catalogo e la capacità di integrare asset creativi e tecnologici diventano elementi decisivi. La partita Warner ne è un esempio: un accordo che sembrava chiuso si è trasformato nell’ennesima dimostrazione di quanto il mercato dell’intrattenimento globale sia in continua, instabile evoluzione.






