Pacorini – Fornitori: project management a volte carente

La spesa che Pacorini dedica allo storage non supera il 2% del budget It. «Non credo che la estenderemo – spiega Cristian Paravano, direttore dei sistemi informativi dell’azienda -, anche se stiamo già pensando ai prossimi investimenti che si concentre …

La spesa che Pacorini dedica allo storage non supera il 2% del budget It. «Non credo che la estenderemo – spiega Cristian Paravano, direttore dei sistemi informativi dell’azienda -, anche se stiamo già pensando ai prossimi investimenti che si concentreranno nella “replica”, per il disaster recovery planning, e nella virtualizzazione hardware per completare quanto già a piano». La società di logistica triestina è, infatti, dotata di una San e di alcune Das (Direct attached storage), appaltate in outsourcing (insieme al resto dell’infrastruttura). «Una San può essere considerata un facilitatore di processo e, inoltre, un modo veloce per affrontare il tema del disaster recovery planning con l’outsourcer. Ovviamente, abbiamo prescelto tale impostazione, spinti da motivazioni quali l’efficienza dei costi, la centralizzazione e la business continuity». In particolare, la soluzione storage adottata è stata scelta internamente «affrontando la stesura di una request for proposal tecnica – indica Paravano, che è a capo dell’It di Pacorini da quasi quattro anni – e valutando l’offerta di tre vendor». Ed è questa una strada che l’It manager si sente di consigliare: effettuare una buona analisi, comparare più soluzioni e pianificare l’attuazione. Tenendo conto delle difficoltà che possono insorgere con i fornitori. «Non abbiamo frequenti rapporti con loro in quest’ambito – commenta -, ma mi rendo conto di una lacuna che spesso li caratterizza, vale a dire la scarsa propensione alla pianificazione nei progetti di attuazione». Secondo Paravano, infatti, i fornitori di soluzioni non curano particolarmente l’aspetto di project management. «Non sempre viene dato adeguato peso a pianificazione, timing, comunicazione, aspetti che, spesso, ricadono sull’acquirente che non sempre è pronto ad affrontarli o ha il giusto tempo da dedicare. In molti casi, sarebbero preferibili soluzioni leggermente più costose, ma comprendenti un adeguato project management».

L’azienda

Nel 1933 Bruno Pacorini fonda a Trieste la società omonima, per rispondere alle esigenze logistiche dei commercianti di generi coloniali, caffè, spezie, frutta secca e agrumi. Dagli anni 70 in poi, l’azienda amplia i propri servizi specializzandosi in altre aree, quali metalli, cellulosa e gomma. Affermatasi, quindi, nelle attività di trasporto, stoccaggio e manipolazione di materie prime, nello scorso decennio Pacorini ha iniziato a esportare il proprio know how negli Stati Uniti e in Brasile, attraverso società controllate. La graduale trasformazione da realtà familiare a gruppo internazionale (il 61% del fatturato proviene dall’estero) ha permesso all’azienda di occuparsi anche della gestione di terminal marittimi e di processi di lavorazione delle soft commodity.

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