La filiale americana di Packard Bell Nec ha annunciato un piano di ristrutturazione radicale che prevede, di fatto, la scomparsa del marchio consumer Packard Bell dai mercati statunitensi. Sotto il brand Nec, invece, continueranno a essere commercializ …
La filiale americana di Packard Bell Nec ha annunciato un piano di
ristrutturazione radicale che prevede, di fatto, la scomparsa del marchio
consumer Packard Bell dai mercati statunitensi. Sotto il brand Nec, invece,
continueranno a essere commercializzati i prodotti professionali. La
notizia è stata data durante una conference call con gli impiegati, ai
quali, tra l’altro, è stato comunicato che saranno conservati solamente 30
0
o 400 posti di lavoro sugli attuali 2mila 600. Le attività dello
stabilimento di Sacramento, in California verranno, di conseguenza, quasi
azzerate, mentre la produzione "residua" sarà affidata in outsourcing a un
produttore ancora da definire. L’attuale Ceo della società, il francese
Alain Couder arrivato da Bull nel 1998, si dimetterà una volta completata
la ristrutturazione, cioè alla fine del primo quarter del prossimo anno.
L’iniziativa è stata avviata a seguito delle pesanti perdite che la unit
subisce dallo scorso anno (650 milioni di dollari di rosso nel 1998), a cui
si sommano, in negativo, i 150 milioni previsti per l’anno in corso, contro
i 100 che la compagnia si era data come limite massimo. La crisi è, in
realtà, iniziata nel 1996, ed è proseguita nel ’97 con la lotta sui prez
zi
scatenatasi con l’avvento dei pc sotto i mille dollari, dove Packard Bell
ha sofferto lo strapotere di vendor come Compaq e Hewlett-Packard.
Ma, se questo annuncio fa scomparire quella che nel ’95 era la prima pc
company sul mercato retail americano (fonte Dataquest), quale effetto avrà
sul Vecchio Continente? Stando al parere di Michel Fromont, presidente di
Packard Bell Europe, la filiale europea non deve avere timori: "Dallo
scorso febbraio – ha dichiarato il manager – dipendiamo direttamente da Nec
Giappone e da Bull e non ci sono più rapporti con la filiale americana. Ci
ò
che è succcesso negli Stati Uniti non è una catastrofe, noi siamo in att
ivo
e abbiamo realizzato una politica di distribuzione degna di questo nome".