Ovum: la sfida è sull’infrastruttura

La nota società di ricerca ha illustrato le sue previsioni per il prossimo futuro, dai Web service all’e-business “on demand”.

19 dicembre 2002 Si è già scritto e parlato a sufficienza del dissolvimento della bolla di sapone delle “dotcom”, per cui Ovum, società di analisi e consulenza in ambito telco e It, facendo un passo avanti nella discussione di questo tema, ha esposto le proprie previsioni per il prossimo futuro. Neil Ward-Dutton, Research director for e-infrastructure topics di Ovum, ci spiega che a suo avviso l’obbiettivo da raggiungere per rimettere in sesto il mercato non può prescindere dall’e-business “on demand”. Ovum ritiene, infatti, che sia necessario raggiungere un paradigma che permetta la fornitura e l’utilizzo degli asset dell’It alla stregua di utility, come il telefono o corrente elettrica, in maniera trasparente e, soprattutto, in accordo con le necessità degli utenti finali.

La sfida attuale, e mai come oggi è stata così importante, è senza dubbio quella dell’infrastruttura: il tempo del rip-and-replace è decisamente scaduto, ed è necessario qualcosa che possa integrare i vecchi e i nuovi sistemi. In quest’ottica possiamo dire che, con la tecnologia dei Web service, si stanno gettando le basi delle future architetture dei sistemi. I servizi Web, infatti, permettono l’integrazione di vecchio e nuovo, sono basati su una tecnologia aperta e flessibile e, soprattutto, permettono di fornire servizi e applicazioni sia all’interno sia all’esterno dei firewall dell’azienda.

L’It sta cambiando e le inftrastrutture devono tenere il passo e cambiare con essa. Una volta ci si chiedeva se la propria rete fosse sufficientemente sicura, se si fornisse il giusto livello di servizi, se si stesse traendo il massimo Roi (ritorndo sugli investimenti) dai propri investimenti It; oggi, le domande sono radicalmente cambiate, ci si chiede se i propri partner o i trusted client riescano ad accedere a ciò di cui hanno necessità, se al cliente siano garantiti tutti i servizi, sia dalla propria azienda sia dai propri B2B partner, se il business sia sufficientemente supportato dall’infratsruttura It. Questo è quello che Ovum definisce come “thinking change” nell’It. Senza dubbio i tempi saranno lunghi, in quanto si sta parlando della trasformazione della natura stessa dell’It, ma secondo Ovum, guardandosi indietro e analizzando l’evoluzione delle architetture dei sistemi a partire dagli anni 70, quando i primi mainframe erano accessibili solo a pochi eletti, per arrivare alla fixed Internet di oggi, portata dal .com, che permette al mondo intero di accedere al pc, l’evoluzione non può che tendere alla universal connection (anyone, anytyme, anywhere), che sarà il motore di spinta per il cambiamento dell’industria.

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