Outlooksoft, pratica e grammatica

Quando il controllo delle prestazioni può passare da un punto solo.

Outlooksoft è una fresca realtà (esiste dal 1999) che ha fatto dell’unificazione della piattaforma per il controllo delle prestazioni aziendali la propria bandiera.

La realtà, che in Italia è guidata da Andrea Vingolo, a capo di 16 persone, propone infatti di mettere su un comune denominatore le informazioni e le applicazioni deputate alla verifica e alla preconizzazione delle prestazioni aziendali, di modo che chi la gestisce e chi la utilizza possano parlare una lingua sola.

La ricetta pare aver funzionato: 500 utenti, perlopiù grandi aziende, nel mondo usano Outlooksoft. Anche in Italia ci sono una settantina di referenze, tanto nel corporate tanto nel medium business, che, non a caso, rappresenta oggi il nuovo polo di attrazione. Tra i “blasonati” Telecom, il cui Cfo ha scelto la piattaforma Outlooksoft per farci il bilancio sin dal 2002. Ora la fa usare a 1.200 utenti interni di fascia finance.

Nella fascia “medium” Natuzzi, il produttore pugliese di divani, che lo scorso anno ha affrontato un cambio del proprio sistema informativo per recuperare competitività sul mercato, rivedendo processi e margini. A Santeramo hanno scelto di fare Cpm così Cio e Cfo all’unisono e in poco tempo hanno uniformato la legal consolidation.

La ricetta di OutlookSoft in media prevede analisi funzionale, messa in funzione dell’applicativo e consolidamento in un periodo di tre mesi. Ovviamente a scapito delle applicazioni esistenti, tranne quelle di area mainframe. Meglio si trova, infatti, se nelle aziende è massivo l’utilizzo di piattaforme Windows.

Ultimamente, poi, la società ha varato un servizio di tipo marketplace per i propri utenti, che prevede il download gratuito di best practice verticali (le prime riguardano le aree civilistiche, delle balanced scorecard e del planning strategico) poi da implementare e personalizzare con l’aiuto di uno dei partner che la società ha sul territorio.

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